Nuove Indicazioni Nazionali: “In classe deve valere la coercizione, c’è un obbligo di imparare”. Le parole di Perla che poi precisa: “Non ho mai parlato di questo”

“La Bibbia è la fonte di tutta la nostra letteratura e va studiata a scuola”. Questa è la posizione di Loredana Perla, membro della commissione ministeriale che ha elaborato le nuove linee guida per la riforma della scuola.
In un’intervista al Fatto Quotidiano, Perla ha difeso il ritorno al passato previsto dalla riforma, che include lo studio della Bibbia, del latino alle medie e il rafforzamento dell’apprendimento mnemonico. Perla ha definito la Bibbia “il libro dei libri”, certa che gli insegnanti sapranno selezionare i brani più adatti all’età degli studenti.
Poi ha criticato l’influenza negativa di internet sulla cultura classica, colpevole di “sfibrare la memoria” e promuovere “scritture alternative”. La docente ha sottolineato l’importanza di contrastare le scarse performance degli studenti italiani, richiamando la necessità di un “patto con la cultura classica”, che includa lo studio dell’epica, dell’Iliade e dell’Odissea, anche attraverso strumenti moderni come i fumetti.
“Prima l’Italia, poi il resto”. E sulla coercizione: “A scuola è necessaria”
Perla ha ribadito la centralità della cultura italiana nel percorso formativo degli studenti: “Bisogna conoscere prima l’Italia, e poi il resto”. Ha difeso, inoltre, il ritorno del latino alle medie, pur lasciando la possibilità di non studiarlo, e ha rivendicato il ruolo della coercizione nel contesto scolastico: “A volte si interpreta male questa parola, ma a scuola è necessaria”. L’obiettivo, secondo la docente, è migliorare le competenze degli studenti, partendo dal recupero della memoria e dallo studio dei testi fondamentali della cultura occidentale.
“Non ho mai parlato di coercizione a scuola”, precisa la coordinatrice
Con riguardo all’intervista a Il Fatto Quotidiano, la coordinatrice del gruppo di lavoro per la revisione delle Indicazioni Nazionali precisa: “Mi preme precisare quanto segue. La Commissione che coordino annovera intellettuali, professionisti della scuola e dell’università di grande valore che hanno lavorato con spirito di servizio per la revisione delle Indicazioni Nazionali. Dietro la revisione non c’è una sola mente, ma un gruppo di oltre cento persone”. La coordinatrice smentisce categoricamente di aver affermato la necessità di coercizione nelle aule scolastiche: “Non ho mai detto che ‘bisogna far capire che nelle aule deve valere la coercizione: c’è l’obbligo di imparare’”.
L’apprendimento è un processo complesso
“L’apprendimento è un processo complesso che si stimola con un approccio basato su fiducia e accoglienza dello studente da parte dell’insegnante”, prosegue la coordinatrice. “Come pedagogista non potrei mai avallare l’uso di coercizioni e forzature nella scuola. Il Ministro non ha mai usato la parola coercizione né io gliel’ho mai attribuita”. Ribadisce inoltre l’importanza del libro del Ministro, “La scuola dei talenti”, definendolo prezioso per i numerosi riferimenti alla visione di una scuola alta e inclusiva, attenta alla relazione educativa e all’insegnamento dei saperi.
Nessun riferimento all’umiliazione, solo al farsi umile
In merito all’umiliazione, la coordinatrice chiarisce: “Con riferimento all’umiliazione come parola usata dal Ministro, ho precisato che la sua dichiarazione è stata distorta perché il significato era altro: era il senso cristiano del farsi umile, non dell’umiliare l’altro”. Infine, smentisce anche il riferimento alla Patria come baricentro del progetto di revisione delle Linee Guida, spiegando di aver fatto riferimento al principio pedagogico per cui il bambino apprende prima ciò che è vicino e poi ciò che è lontano.
Latino alle medie, più Storia e Geografia, Musica e Arte. Alla Primaria lettura classici e Bibbia e ritorno della memorizzazione
Lo scorso 15 gennaio, ricordiamo, in un’intervista a Il Giornale, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva anticipato alcune delle proposte in fase di elaborazione per la revisione delle Indicazioni Nazionali. Tra le novità più significative, l’introduzione del latino come opzione a partire dalla seconda media, con l’obiettivo di recuperare l’interesse per la cultura classica fin dai primi anni del percorso scolastico.
La geostoria alle superiori verrà abolita e sostituita da un approccio più focalizzato e narrativo allo studio della storia, con particolare attenzione alla storia d’Italia e dell’Occidente, approfondendo temi come i popoli italici, la civiltà greca e romana e i primi secoli del Cristianesimo. Alle medie, lo studio della storia si concentrerà sull’Europa e gli Stati Uniti per evidenziare le origini italiane. La geografia si concentrerà sulla conoscenza dell’Italia e sul collegamento con le tematiche ambientali. Fin dalla primaria, verrà potenziata l’educazione musicale e artistica, per favorire la creatività e l’espressione personale.
Grande importanza sarà data allo studio della lingua, fin dalla scuola primaria, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al piacere della lettura e sviluppare solide competenze di scrittura. Particolare attenzione sarà dedicata alla correttezza formale, all’ordine e alla chiarezza nella comunicazione. La memorizzazione di poesie, dalle filastrocche all’epica classica, alla mitologia e alle saghe nordiche, sarà uno strumento per stimolare la fantasia, il senso di meraviglia e consolidare le regole grammaticali. Tra le letture previste, oltre ai classici, anche la Bibbia, per rafforzare la conoscenza delle radici culturali.