“Non serve vietare i cellulari a scuola. Trovare regolamentazioni per salvaguardare le potenzialità didattiche che possono esprimere”. Il pedagogista Maviglia contrario alla circolare del Ministro

Negli ultimi due giorni il dibattito sullo stop agli smartphone a scuola ha monopolizzato quasi interamente la scena dell’attualità scolastica. La scelta di Valditara ha infatti posto in luce una riflessione sui device digitali che si estende in realtà anche oltre il contesto scolastico.
A spingere il Ministro Valditara ad un’azione così netta è la convinzione, supportata anche da alcuni studi internazionali, che il cellulare a scuola sia una fonte di distrazione e che, in qualche modo, possa influire negativamente sul rendimento scolastico.
In particolare, il Rapporto Unesco 2023 ha evidenziato che i dati delle valutazioni internazionali su larga scala, come quelli forniti dall’Ocse-Pisa 2022 mettono in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle TIC e il rendimento degli studenti.
Anche il Rapporto Ocse ha evidenziato come gli smartphone siano fonte di distrazione per gli studenti che lo usano con maggior frequenza a scuola, facendo diminuire il livello di attenzione, in particolare durante le lezioni di matematica.
Il parere del pedagogista Maviglia
Orizzonte Scuola ha chiesto un commento in merito al pedagogista Mario Maviglia.
Secondo l’esperto, “il vero problema non credo sia vietare i cellulari a scuola, ma semmai cercare di trovare delle forme di regolamentazione che salvaguardino le potenzialità didattiche che possono esprimere“.
“In alcuni momenti e per alcune attività programmate perché non usare ANCHE i cellulari come dispositivi per favorire la ricerca di dati e la conoscenza?“, osserva Maviglia, che dunque non condivide la scelta ministeriale dello stop ai cellulari in classe fino alla scuola secondaria di primo grado, ritenendo invece opportuno fornire delle regole per l’uso dei device in aula a scopi didattici.
Infatti, concludendo l’intervento, Maviglia ritiene che “la decisione del Ministro sia la classica misura del buttare l’acqua sporca con tutto il bambino”.
La circolare
A proposito di regolamentazioni. Con la nuova direttiva ministeriale, le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione dovranno aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, anche prevedendo specifiche sanzioni disciplinari per gli alunni che dovessero contravvenire al divieto di utilizzo in classe dello smartphone.
“Prevediamo per le scuole medie delle sanzioni nei confronti dei ragazzi che non rispettino questa norma,” ha dichiarato Valditara, aggiungendo che si aspetta che “tutte le disposizioni ministeriali debbano essere attuate con un senso di responsabilità come è sempre avvenuto fino ad oggi”. Il ministro si è detto fiducioso che “nella stragrande maggioranza dei casi” la norma verrà rispettata.
Valditara ha sottolineato che la direzione intrapresa dal ministero è quella della “valorizzazione delle tecnologie, dell’intelligenza artificiale guidata dai docenti, dell’utilizzo della didattica digitale,” ma non del cellulare.