Non di sola scuola vivono i ragazzi. Lettera

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inviata da Mariagrazia Masulli  Docente di scuola primaria – “ADOLESCENTI: LA PANDEMIA HA RADDOPPIATO I CASI DI DEPRESSIONE – UNO SU QUATTRO HA I SINTOMI DELLA MALATTIA. LA SALUTE MENTALE PIÙ A RISCHIO DA ADULTI.”

Così titola un articolo di Repubblica riferendo di un’ampia analisi pubblicata su Jama Pediatrics che include 29 studi effettuati su oltre 80 000 giovani.

Per effetto delle ultime disposizioni introdotte del Governo italiano, dal 10 gennaio 2022 e fino a fine emergenza, è vietato l’accesso alla maggior parte degli impianti sportivi e ricreativi, sia all’aperto che al chiuso, a tutti coloro che abbiano più di 12 anni e siano sprovvisti di super Green Pass.

Non sono interessata e ragionare sull’opportunità di questa disposizione sulla popolazione adulta ma sugli effetti che un provvedimento di tale portata produrrà sulla fascia di popolazione che va dai 12 ai 18 anni, quella che, più di tutte, ha risentito degli effetti psicofisici della pandemia.

Sugli adolescenti esiste già un grande malessere. L’ulteriore confinamento sociale e l’impossibilità a svolgere regolare attività sportiva non potranno che esacerbare la situazione. Andrebbe ricordato che la regolare pratica sportiva rappresenta, per queste fasce d’età, una tappa fondamentale per un armonico sviluppo fisico e sociale in quanto non solo assolve alla funzione di promozione della salute e del benessere, ma al pari della scuola, diventa momento di realizzazione della personalità.

Come possano, queste disposizioni, essere state adottate nonostante queste doverose premesse?

Nonostante gli osservatori sul disagio giovanile riferiscano una crescente preoccupazione?

Nonostante queste misure creino incomprensibili discriminazioni che separano e ghettizzano?

È bene riportare l’attenzione di tutti sugli effetti, pericolosi e diseducativi, che tali provvedimenti, sicuramente, costituiranno e ricordare cosa prevede la CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 e la nostra COSTITUZIONE.

L’Art. 31 della Convenzione recita quanto segue:

“1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.”

Ma i nostri Padri Costituenti hanno avuto ancor più encomiabile sensibilità: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…”.

E ancora: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”

Lo studio dell’Educazione Civica nelle scuole sta creando adolescenti consapevoli, critici e attenti, conoscitori di questi documenti.

Qualcuno dovrà spiegare loro come sia potuto accadere tutto questo.

E, se non facciamo qualcosa, oltre che compromettere la salute mentale del Futuro del Paese rischiamo di perdere anche la loro fiducia.

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