Non ci sono più alunni in paese, chiuse una scuola primaria e una scuola media: gli spazi diventeranno un centro diurno per anziani

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La denatalità, come sappiamo, è un problema che già inizia a far sentire i suoi effetti in alcune realtà circoscritte. Ma nei prossimi anni gradualmente diverrà un fenomeno molto concreto.

Ad esempio, a Vescovana, in provincia di Padova, il Comune ha comunicato alla Regione la definitiva chiusura della scuola primaria «Marconi» e della secondaria di primo grado «Giovanni XXIII», si legge su Il Corriere del Veneto.

Non abbiamo più bambini in paese – spiega il sindaco Marzio Pattaro -. Quelli nati nel 2017 che avrebbero dovuto iniziare la scuola a settembre sono solo 12. Davvero difficile attivare anche solo una prima elementare, il numero minimo richiesto è infatti 15″.

Il sindaco nei mesi scorsi si è speso per evitare la chiusura: “Abbiamo fatto di tutto per evitare la chiusura del nostro plesso scolastico. Avevamo offerto alle famiglie un pulmino gratuito per chi risiede nei Comuni confinanti e avviato il tempo prolungato, compreso di servizio mensa. Ma niente da fare. Lo scorso anno, non avevamo più iscritti e abbiamo dovuto rinunciare all’attivazione delle classi”.

Per tale motivo, il comune ha deciso di utilizzare gli spazi che prima erano destinati alla scuola come centro diurno per gli anziani.

Sapere che in quelle aule non ci saranno più bambini ma anziani, mi mette un po’ di tristezza – racconta una delle storiche maestre della primaria di Vescovana -. Ho insegnato in quella scuola per 20 anni. L’ultima lezione un anno fa ai pochi bambini rimasti. Un momento davvero doloroso. Chiudere una scuola è sempre un po’ un fallimento. Soprattutto per un piccolo paese di periferia dove rappresenta un punto di riferimento importante. La scuola, infatti, nelle piccole realtà è, senza dubbio, una seconda famiglia”.

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