Non chiamateli “scuole di serie B”: il grido social contro i pregiudizi sugli istituti professionali. Un problema culturale che frena il Paese

Una vivace polemica sta animando i social network, mettendo in luce i pregiudizi che ancora oggi circondano gli istituti professionali, in particolare quelli alberghieri.
Numerosi utenti denunciano un atteggiamento di superiorità da parte di chi ha frequentato percorsi di studio considerati più “prestigiosi”, ignorando il valore e le opportunità concrete offerte dalla formazione professionale.
Competenze pratiche e mercato del lavoro: una realtà ignorata
La discussione evidenzia come spesso chi critica gli istituti professionali non conosca nemmeno il loro piano di studi, basando i propri giudizi su stereotipi piuttosto che su informazioni concrete. Molti utenti sottolineano come le competenze pratiche acquisite in questi percorsi siano altamente richieste dal mercato del lavoro, portando a opportunità professionali e retribuzioni spesso superiori a quelle di alcuni laureati. Viene citato il paragone con paesi come la Svizzera, dove l’apprendistato è fortemente valorizzato dalle aziende.
Le radici culturali del pregiudizio e il ruolo dell’orientamento
Parte della responsabilità di tale pregiudizio viene attribuita al sistema scolastico, in particolare all’orientamento nelle scuole medie, dove a volte i percorsi professionali vengono consigliati solo agli studenti considerati meno “capaci”. Ciò contribuisce a creare un’accezione negativa intorno a queste scuole. Il dibattito mette in luce un problema culturale più ampio: la tendenza a svalutare le professioni tecniche, nonostante la loro essenzialità per l’economia.
A tal proposito, alcune settimane fa, ai microfoni di Orizzonte Scuola, Marco Bentivogli, esperto di politiche di innovazione, ha sottolineato come sia necessario superare lo stigma sugli istituti tecnici e investire nell’orientamento per avvicinare i desideri dei giovani alle esigenze del mercato del lavoro. Necessario, dunque, un lavoro di sensibilizzazione, soprattutto nei confronti dei genitori, per far comprendere il valore delle competenze tecniche.