“Non basta solo la scuola senza voti, occorre ripensare l’intera didattica puntando sul digitale”. L’affondo della docente

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Negli ultimi anni, scuole italiane come il Liceo Civico Manzoni di Milano, l’Istituto Michelangelo Buonarroti di Monfalcone e il Liceo Cannizzaro di Palermo hanno aperto un dibattito sul sistema di valutazione tradizionale. Queste scuole stanno rivalutando l’uso dei voti, dando ascolto alle richieste degli studenti per una valutazione più descrittiva e meno legata a un puro numero.

Su Agenda Digitale, intervento di Daniela Di Donato, esperta di metodologie didattiche, inclusione e uso delle tecnologie digitali a scuola

L’introduzione del registro elettronico, se da una parte ha portato a un maggiore controllo dei numeri, dall’altra ha sollevato dubbi sull’effettiva utilità di una valutazione basata principalmente su una questione numerica. Alcune di queste scuole stanno collaborando con università per sviluppare approcci innovativi alla valutazione, focalizzandosi più su feedback narrativi, consigli di miglioramento e peer learning.

Le “scuole senza voto”, un termine improprio visto che l’uso del voto numerico è obbligatorio per legge, stanno esplorando nuovi modelli di valutazione. Questi non eliminano i voti, ma li limitano ai momenti in cui sono realmente obbligatori, come il periodo intermedio e la fine dell’anno scolastico.

Le scuole stanno introducendo un tipo di valutazione più discorsiva, che valuta il percorso di apprendimento degli studenti in maniera costante. Questo metodo si basa su feedback pubblicati sul registro elettronico, che puntano a mostrare agli studenti i punti di forza e di debolezza del loro comportamento quotidiano in classe.

Tuttavia, cambiare l’approccio alla valutazione non è un processo semplice. Richiede una ristrutturazione completa della didattica, con un’integrazione tra gli strumenti analogici e digitali. Nuovi metodi di insegnamento, come l’apprendimento cooperativo, la flipped classroom e le esperienze di peer education, diventano fondamentali in questo processo.

Per Di Donato, ripensare la valutazione è un passo fondamentale per cambiare la scuola. Le scuole che hanno iniziato questo percorso stanno già vedendo benefici, ma ci sono ancora molte sfide da superare. L’obiettivo finale è spostare l’attenzione degli studenti da “quanto ho preso?” a “cosa posso fare per migliorare?”. La rivoluzione della valutazione nelle scuole italiane è solo all’inizio.

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