No mobilità straordinaria, sì vincolo quinquennale. La politica dimentica gli insegnanti fuori sede. Lettera

Inviato da Luca Gallo- Sul vincolo quinquennale la politica come al solito predica bene e razzola molto male, infatti a parole sono tutti disposti a rivedere questo maledetto vincolo, ma nei fatti poi tale vincolo rimane, l’ ultima speranza era riservata ad un emendamento al decreto milleproroghe, emendamento puntualmente respinto. La cosa assurda, oltre al vincolo in se, sta nel fatto che ultimamente di questo vincolo nessuno se ne assume la paternita’, quasi fosse apparso da chi sa dove, complice il clima di perenne campagna elettorale che vige nel nostro Paese.
Il gioco delle tre carte insomma, ma chi quel vincolo lo ha subito e continua a subirlo sa chi mente in modo spudorato, infatti chi adesso dice che tale vincolo e’ stato voluto solo da una parte politica non dice assolutamente il vero, il blocco di 5 anni in verita’ e’ stato introdotto con la legge di stabilita’ del 30 dicembre 2018, blocco voluto dal cosiddetto governo giallo-verde, con a capo dell’ istruzione proprio un ministro di un certo colore politico, quello stesso partito che oggi disconosce tale vincolo e a parole dice di voler rimodulare. La scelta politica di tale vincolo era evidente, ovvero scoraggiare i docenti meridionali a trasferirsi al nord, soprattutto nel caso di concorsi, per evitare di prendere il ruolo e poi chiedere dopo un anno il trasferimento, l’ aspetto riguardante la continuita’ didattica era posto come principio di riferimento per giustificare tale scelta.
Tale vincolo poteva essere applicato in modo nettamente diverso, anche prendendo in considerazione l’ aspetto riguardante la questione della prima sede di assegnazione, ovvero bastava impedire per il primo anno ogni tipo di movimento in uscita, successivamente si poteva optare di concedere l’ assegnazione provvisoria o il trasferimento solo dopo aver superato l. anno di prova e comunque non prima di due anni effettivi sulla stessa sede, anche se c’ e’ da dire che in ogni caso pensare a dei vincoli temporali non e’ mai semplice, ma pensare di passare in nome della continuita’ didattica da una situazione in cui non vige nessun blocco ad un vincolo di ben 5 anni mi pare soltanto una condanna immeritata per chi si e’ ritrovato con tale vincolo, vincolo che solo due mesi piu’ tardi nel Febbraio 2019 veniva clamorosamente dichiarato incostituzionale, ma intanto per i docenti ex FIT 2018 era gia’ una triste realta’.
Ma analizziamo soprattutto chi sono questi docenti “super-fortunati” su cui si e’ abbattuto come uno tzunami questo vincolo, essi rappresentano coloro che nel vero senso della parola si possono definire precari storici, o meglio preistorici visto che oggi i precari storici vengono definiti tali a partire da due-tre anni di supplenza, i docenti FIT sono tutte persone sulla soglia dei cinquant’ anni, che hanno fatto oltre 15-20 anni come precari, insegnanti ABILITATI dallo Stato Italiano, che anche da abilitati hanno dovuto affrontare il concorso ordinario 2016, in quanto le GaE erano state chiuse definitivamente dallo scellerato piano di assunzioni della cosiddetta “buona scuola”.
Inoltre nell’ ambito dei docenti FIT i docenti ex FIT, ovvero coloro che non sono potuti entrare in ruolo il 1 Settembre 2018 per ritardi procedurali dovuti all’ amministrazione si sono ritrovati oltre ad entrare in ruolo l’ anno successivo, si sono ritrovati per l’ appunto il famigerato vincolo che in questo modo andava ad incidere in maniera retroattiva, oltre tutto ricordo che nel bando di concorso 2018 non si faceva minimamente riferimento a nessun vincolo temporale sulla prima sede di assegnazione.
Ora tale vincolo a partire dal 1 Settembre 2020 e’ stato esteso a tutti i neoimmessi in ruolo, a prescindere dalla graduatoria di merito di riferimento, in piu’ e’ stata tolta inoltre la possibilita’ di chiedere assegnazione provvisoria o utilizzo per un tempo non inferiore a 5 anni effettivi di permanenza sulla prima sede di assegnazione, prime sede di assegnazione che in ambito regionale puo’ risultare molto lontana dalla propria residenza, determinando delle situazioni inconcialibili tra il diritto-dovere al lavoro e il diritto alla famiglia e a svolgere il proprio lavoro nel modo piu’ sereno e proficuo possibile, anche perche’ i posti ci sono, ma con un blocco cosi’ lungo si rischia che di vedere i posti piu’ vicini alle proprie residenze sparire o esaurirsi,complice i concorsi in via di svolgimento, andando a determinare nel medio-lungo periodo una situazione non piu’ tollerabile.
A tal proposito sono gia’tante le rinunce che hanno caratterizzato le immissioni in ruolo degli ultimi due anni, madri di figli piccoli o con genitori anziani che non possono trasferirsi a 200-300 km di distanza chissa’ per quanto tempo, altri che complice il magro stipendio, dopo una vita da precari, sono stanchi di pagare doppi affitti, o tripli, visto che in alcuni casi hanno figli all’ universita’, per non parlare degli invalidi civili(legge 68/99) che non sono minimamente considerati per ottenere una deroga a tale vincolo. Per tutti questi motivi e per molti altri non e’ piu’ possibile continuare a rimandare l’ eliminazione di tale vincolo, soprattutto se si tratta di personale abilitato che ha seguito negli anni un iter pazzesco per entrare in ruolo, e che non hanno piu’ nemmeno la forza di protestare.
Per concludere mi rivolgo direttamente ai signori della politica, i quali nemmeno di fronte a questa maledetta pandemia hanno acconsentito ad una mobilita’ straordinaria, a loro che sentiamo ogni giorno in tutte le salse di prendere nuovi e vecchi incarichi per risolvere i problemi dei cittadini, ecco che ancora una volta, avete perso l’ ennesima occasione per essere credibili, non esistono solo i precari, che senza concorso e senza abilitazione aspirano al posto fisso, ma esistono anche migliaia di persone che hanno speso una vita dietro le vostre riforme confuse e pasticciate, e’ ora che dalle parole si passi ai fatti, basta con i proclami.
L’ ultimo pensiero lo rivolgo a coloro che reputano giusto tale vincolo, capisco che siamo nel Paese dell’ armiamoci e partite ma e’ incredibile come questo atteggiamento viene fuori sempre quando a rimetterci sono gli altri ovviamente, un atteggiamento a dir poco vergognoso.