“No ad una formazione imposta per via politica. Siamo docenti, sappiamo come formarci da soli”. L’affondo di Associazione Agorà 33

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Che professionisti siamo, che senso abbiamo del nostro lavoro e della nostra identità di insegnanti – cioè di persone che lavorano con la cultura – se accettiamo che qualcuno ci dica come dobbiamo essere “formati” (non di rado con cumuli di spazzatura burocratica offensivi della nostra dignità), qualcuno che senza sapere nulla pretende di sapere meglio di noi di cosa abbiamo bisogno per la nostra “formazione”?

Lo scrive il Gruppo La nostra scuola – Associazione Agorà 33, che commenta il tema della formazione degli insegnanti.

Beninteso – precisa il gruppo – abbiamo tutti molto da imparare, visto che il campo del sapere è immenso e le scoperte umane e culturali non finiscono mai, ma noi insegnanti dovremmo cominciare a dire chiaramente che sappiamo cosa ci serve per il nostro aggiornamento – cosa è importante studiare, quali argomenti e interessi è bene coltivare e approfondire, per noi e per i nostri studenti, quali metodi di insegnamento sperimentare nel concreto lavoro con le classi – e anche dove andare a cercarlo. Fa parte del nostro lavoro, che richiede una capacità di ricerca e di rielaborazione personale del sapere, quella stessa capacità verso cui indirizziamo i nostri studenti con l’esempio e con le parole“.

L’ultima cosa che ci serve – conclude Associazione Agorà 33 – sono i piazzisti di una formazione standardizzante e di infimo livello, che sostituisce i contenuti culturali con astrazioni vuote e molto ben retribuite sull’ “innovazione”, così come sostituisce la psicologia dell’età evolutiva con i tic linguistici del buro-pedagogese e con l’ignorantissima retorica delle “competenze”. Una formazione imposta per via “politica” in nome di interessi privati ed extrascolastici, proliferata ora in modo incontrollato attorno ai miliardi del PNRR“.

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