Niqab, Bonino: “Basta sotterfugi, in Italia si rispettano le leggi. Chi non vuole, venga identificato e sanzionato. Non si va in giro irriconoscibili”

L’ex ministro degli Esteri Emma Bonino, intervenendo al congresso di +Europa, si è pronunciata senza mezzi termini sulla questione del niqab, il velo integrale islamico, indossato da alcune studentesse in un liceo di Monfalcone, riaccendendo il dibattito sulla sua ammissibilità nelle scuole italiane.
“Forse non ci ricordiamo che in Italia esiste una legge del 1975 che vieta categoricamente a tutti di andare in giro irriconoscibili”, ha ricordato la leader radicale, riferendosi alla legge 152 del 1975. “Chi vuole vivere in Italia deve prima conoscere e poi rispettare le leggi italiane”, ha aggiunto con fermezza. Alla obiezione che le studentesse venivano comunque identificate da una professoressa prima di entrare in classe, Bonino ha replicato seccamente: “Ma per favore! Tutti devono obbedire alle leggi italiane senza sotterfugi“.
“Le tradizioni possono essere nefaste. Mutilazioni genitali e spose bambine non sono cultura”
Bonino ha poi affrontato la questione del rispetto delle tradizioni culturali, argomento spesso utilizzato a sostegno dell’uso del niqab. “Attenzione, le tradizioni possono essere anche nefaste. Pensiamo alle mutilazioni genitali femminili o ai matrimoni forzati di spose bambine. Questa non è cultura, è solo vessazione“, ha affermato con decisione. La leader di +Europa ha quindi delineato la sua proposta di intervento: “Insegnanti, responsabili cittadini e sindaci dovrebbero parlare con le comunità di appartenenza di chi indossa il velo integrale e spiegare le leggi italiane”. E se le donne continuassero a indossarlo? “Andrebbero fermate per essere identificate e applicate le restrizioni previste dalla legge, a partire dalla sanzione amministrativa“, ha risposto Bonino.
La vicenda
Un istituto superiore di Monfalcone, in provincia di Gorizia, è al centro di un acceso dibattito nazionale sul velo integrale. La dirigente scolastica, per garantire l’identificazione delle studentesse che indossano il niqab, ha istituito una procedura di controllo all’ingresso delle classi, con la verifica dell’identità da parte dei docenti. L’obiettivo dichiarato è contrastare l’abbandono scolastico, considerando fondamentale il completamento del percorso di studi. La prassi, tuttavia, solleva interrogativi sulla libertà individuale e sull’integrazione, aprendo un confronto tra diverse visioni culturali e religiose. La giovane studentessa, al centro della vicenda, ha dichiarato di svolgere solo alcuni esercizi durante le ore di educazione motoria, per non mostrare il corpo. La preoccupazione maggiore, però, riguarda lo stage, dove l’identificazione è obbligatoria.
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