Niente voti sotto il 4 in pagella, i presidi: “A volte il voto basso può servire a scuotere situazione”. Sindacati: “Occorre cambiare prospettiva”

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“La scala dei voti è una scala decimale, quindi può esserci il 10 e può esserci anche un voto che sia un 3 o nella peggiore delle ipotesi un 2. Mi stupisce sia un assessore ad occuparsi di questo argomento che è comunque un tema strettamente legato alle decisioni delle scuole”.

Così la presidente dell’Anp Lazio, Cristina Costarelli, commenta con l’Adnkronos la proposta dell’assessore alla scuola in tedesco in Alto Adige che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella, in quanto ‘Non hanno alcun valore educativo e pedagogico’, invitando, comunque al “buon senso”. Certo, sottolinea Costarelli “il voto numerico è un sistema di valutazione che presenta alcuni elementi di criticità, uno dei quali è il fatto che può essere utilizzato sia per valutare la singola prova sia come valutazione del quadrimestre nelle pagelle, certamente, per quanto riguarda la valutazione quadrimestrale andare sotto il 4 è una modalità che può avere un impatto negativo sullo studente che lo riceve. Ma – evidenzia – si può comunque dare un valore pedagogico anche a un tre o ad un due se dietro c’è un significato spiegato dal docente”.

“La proposta dell’assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer di abolire i voti bassi assegnati agli studenti in pagella, affronta un tema cruciale che riguarda più in generale il modello di scuola che si intende affermare”. Ne è convinto il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che, commentando con l’Adnkronos la proposta dell’assessore alla scuola in tedesco in Alto Adige che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella, in quanto ‘non hanno alcun valore educativo e pedagogico’, evidenzia come “la valutazione non è un processo neutro e infatti, quella rappresentata dal sistema di voti decimale è centrata sulle prestazioni e sta alla base di un’idea di scuola selettiva e non autenticamente inclusiva”. Per questo la Flc, ricorda Sinopoli “ha da tempo avviato una riflessione su questo tema, accogliendo favorevolmente l’abolizione del voto numerico e l’introduzione dei giudizi descrittivi nella scuola primaria e auspicando che questo potesse rappresentare un primo passo per diffondere la prassi della valutazione formativa in tutti gli ordini di scuola”. “Non si tratta di utilizzare un intervallo numerico più o meno ampio – conclude – ma di cambiare la prospettiva: da un voto con funzione selettiva e talvolta sanzionatoria, a una visione formativa che trasformi la valutazione degli apprendimenti in valutazione per l’apprendimento e per il successo formativo di tutte e di tutti”.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sorta di “balletto” in tema di valutazione degli studenti, dalla scuola primaria a quella del secondo grado. Prima i voti numerici, poi quelli espressi in lettere, in alcuni casi si è addirittura proposta la valutazione in “faccine”, poi i giudizi, i crediti e i debiti. Non credo sia una questione di numeri o di giudizi. Il voto è solo uno strumento e mi verrebbe da dire un’illusione del momento. L’apprendimento e l’educazione non sono cose immediate e misurabili con voti alti o bassi, ma vanno al di là dell’espressione di un numero. Il voto dato ad un compito non è un giudizio sulla persona. La scuola non è il luogo delle performance, ma il luogo delle relazioni educative e dell’apprendimento”. È quanto afferma all’Adnkronos il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, commentando la proposta dell’assessore alla scuola in tedesco in Alto Adige che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella, in quanto ‘Non hanno alcun valore educativo e pedagogico’.

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