Niente gite per non discriminare studenti senza Green pass, ma c’è chi decide di partire solo con i vaccinati. Succede a Bologna

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Nessuno in gita o si creano discriminazioni fra studenti: così si è deciso di procedere a Bologna per evitare problemi tra studenti vaccinati e no. Ma c’è chi decide di partire soltanto con i ragazzi vaccinati. È questa la decisione del dirigente scolastico del Salvemini, Carlo Braga. “Non è giusto bloccare qualsiasi attività, perché si crea un fattore discriminante”, riferisce La Repubblica.

Sulle uscite didattiche il ministero dell’Istruzione ha chiarito circa un mese fa con una FAQ apposita.

Con riferimento alla disciplina relativa alla situazione emergenziale, cosa devono fare le Istituzioni scolastiche per garantire la partecipazione degli studenti ad eventi pubblici organizzati al di fuori delle medesime? È possibile verificare preventivamente il possesso della certificazione verde da parte degli studenti partecipanti ad uscite didattiche?

Il 23 settembre 2021 il Garante della privacy ha precisato che i docenti non possono chiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti, direttamente o indirettamente. Ai fini dell’organizzazione delle uscite didattiche che presuppongono l’obbligo della certificazione verde COVID-19, dunque, si ritiene che le Istituzioni scolastiche possano valutare di fornire, prima che sia resa apposita autorizzazione a partecipare all’iniziativa, informazioni agli alunni medesimi e alle rispettive famiglie in merito ai requisiti e alle modalità per l’accesso, previsti dalla vigente normativa emergenziale.

Al riguardo, si rileva, in particolare, che, ai sensi dell’art. 9-bis, commi 1 e 2, del D.L. 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87, l’accesso – tra gli altri – a spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, mostre, sagre e fiere è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all’articolo 9, comma 2, del citato D.L. 52/2021, come modificato dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87, dal D.L. 23 luglio 2021, n. 105, convertito dalla L. 16 settembre 2021, n. 126, e dal D.L. 21 settembre 2021, n. 127. L’art 9-bis in parola, inoltre, al comma 3, prevede che l’obbligo della certificazione verde COVID-19 non si applica ai “soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti” e, dunque, agli alunni al di sotto dei 12 anni di età.

Ciò premesso, le scuole non verificheranno preventivamente il possesso delle richieste certificazioni verdi, il cui accertamento verrà effettuato al momento dell’accesso ai predetti servizi e attività ad opera dei relativi titolari o gestori, ai sensi del comma 4 del summenzionato art. 9-bis.

Ma è opportuno – spiega ancora il MI – che le Istituzioni scolastiche definiscano preventivamente le misure organizzative da adottare nel caso in cui gli alunni siano sprovvisti di certificazione verde valida al momento dell’ingresso ai suddetti eventi.

Così il preside Braga, preventivamente, organizza un’uscita di tre giorni sul monte Cimone, e nonostante tema “insulti dai no vax“, ha deciso di non discriminare la maggioranza, ovvero i vaccinati.

E se è vero che per il Green pass si può utilizzare il tampone, il Ds pensa che “il problema è che un viaggio di tre giorni, con due notti fuori, richiederebbe il tampone ogni 48 ore per i non vaccinati, e se la farmacia non è sotto casa, non si può mandare uno studente a cercarsela da solo“.

Secondo Paola Serafin della Cisl Scuola, il problema si potrebbe risolvere “se si considerasse la cosiddetta gita una attività di natura scolastica: se si prevedessero quindi condizioni di accesso a mostre, musei ed altro come se si accedesse alla scuola, trattandosi di una scuola portata all’esterno, facendo insomma prevalere le esigenze didattiche e formative, d’altra parte si tratta di attività scolastica“.

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