Nencini: “Carta docente da mantenere, classi meno numerose, concorsi con domande a risposte aperte e percorso ad hoc per i precari” [INTERVISTA]
Dallo sciopero della scuola fino alla riforma degli Istituti tecnici superiori. Intervista a 360° a Orizzonte Scuola per il presidente della Commissione Istruzione al Senato, Riccardo Nencini.
Come giudica lo sciopero generale della scuola? Oltre il 14% di docenti e Ata ha aderito. Un dato che fa riflettere, non crede?
“L’adesione non è stata tra le più alte, segno che si trattava di una battaglia controversa. Il ‘decretone’ ha parti buone e articoli che si possono e si devono cambiare fissando il criterio che dalla scuola non escono fondi ma si incentivano gli investimenti sulle persone oltre che sulle infrastrutture”.
Cosa c’è da cambiare nella riforma del reclutamento? Ci indichi tre aspetti su cui lei non è disposto a cedere.
“Sono d’accordo che il percorso per diventare docenti sia il più adeguato e professionale possibile. Dalle famiglie e dalla scuola passa la formazione umana di ragazze e ragazzi, il loro ingresso nel mondo. Va reintrodotta la carta docenti, vanno fatte classi meno numerose (tra i 20 e i 23 alunni), la premialità per la formazione non può interrompersi al 40%, vanno sostituiti i quiz con domande aperte, serve infine un percorso ad hoc per i precari con triennalità per stabilizzarli. Aggiungo, anche se non è materia del decreto 36/2022, un adeguato aumento salariale. L’autorevolezza del docente nasce anche dal riconoscimento del loro ruolo”.
Riforma degli istituti tecnici superiori, un primo passo per migliorare il rapporto tra scuola e lavoro?
“La riforma degli Its è stata considerata ovunque un ottimo passo per consentire la formazione di capitale umano indispensabile a occupare posizioni di lavoro innovative. Nel 2021 avevamo meno di 20.000 iscritti agli Its. Vanno moltiplicati tenendo separati percorso universitario e tecnologico, prevedendo misure di sostegno per le imprese e per i ragazzi meritevoli ma in condizione di bisogno, valorizzando corsi e laboratori, proprio quello che abbiamo scritto nella riforma”.