“Nella mia scuola 40% studenti stranieri, di 69 origini etniche diverse. Limite 30% per classe? Sarebbe impossibile formarle”. L’esperienza del Dirigente Mario Battiato

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Mario Battiato Musmeci, dirigente dell’Istituto Comprensivo Gandhi di Prato, descrive, nel corso dell’iniziativa di Save the Children sulla cittadinanza, la particolare situazione della sua scuola, che accoglie alunni dai 3 ai 14 anni e conta ben 69 diverse origini etniche. Ma, “non c’è nemmeno da parlare di inclusione – afferma – perché sono quasi tutti bimbi nati in Italia”. Molti di loro non conoscono nemmeno la lingua dei nonni, avendo come prima lingua l’italiano.

Il tetto del 30% e la realtà degli alunni

Un’importante sfida per il dirigente scolastico è la gestione della “circolare Gelmini” del 2010, che impone un limite del 30% di alunni stranieri per classe. “Io devo derogare ampiamente, confessa – altrimenti non formo le classi”. L’idea di “alunno straniero” è però cambiata: attualmente, solo il 7-8% degli studenti della scuola non è italofono, una percentuale ben al di sotto del limite previsto dalla circolare. Tuttavia, circa il 40% degli studenti non ha la cittadinanza italiana, nonostante molti di loro parlino perfettamente italiano e abbiano un background migratorio.

Le difficoltà pratiche legate alla cittadinanza

Un altro aspetto problematico riguarda le gite scolastiche all’estero. “Quando organizziamo una gita, ad esempio a Nizza, i bambini non cittadini italiani hanno bisogno del visto e del passaporto e diventa tutto molto complicato. A volte preferiamo rinunciare come scuola a queste iniziativa per non doverli lasciare fuori”, racconta

Integrazione naturale e sfide legali

Secondo Battiato, l’integrazione tra i bambini avviene in modo spontaneo e privo di problemi. I giovani non percepiscono le differenze etniche come un ostacolo. “L’inserimento umano è automatico, – conclude – le difficoltà che dobbiamo fronteggiare sono di ordine legale o pratico. E bisogna considerare che il flusso migratorio a Prato è continuo”. Attualmente il suo istituto conta oltre 1.200 studenti, di origine rumena, cinese, pakistana, algerine, keniota, e così via.

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