Nel 2023 l’accesso ai musei è cresciuto del 22%, il ministro Sangiuliano: “L’Italia è una superpotenza culturale”
L’intervento del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla quinta edizione del Soft Power Club di Venezia ha posto l’accento sul ruolo cruciale del patrimonio culturale italiano come strumento di influenza internazionale. Il Ministro ha delineato una visione che intreccia storia, identità nazionale e proiezione futura dell’Italia sulla scena mondiale.
L’Italia come “superpotenza culturale”
Sangiuliano ha ribadito la sua affermazione secondo cui l’Italia è una “superpotenza culturale”, chiarendo che non si riferisce a una nozione geopolitica obsoleta, ma a una realtà oggettiva. La penisola italiana, grazie alla sua posizione centrale nel Mediterraneo, ha visto il susseguirsi di numerose civiltà, ciascuna delle quali ha lasciato un’impronta significativa. Questo stratificarsi di culture ha contribuito a creare quello che il Ministro definisce “il più grande patrimonio culturale al mondo”.
Il Ministro ha fornito dati concreti per sostenere la sua tesi: nel 2023, l’accesso ai musei italiani è cresciuto del 22% circa, gli incassi dei musei hanno registrato un aumento del 33%, le mostre italiane sono richieste a livello internazionale
Sangiuliano ha citato esempi specifici di questa proiezione internazionale, come la prossima mostra della Galleria Borghese a Parigi e l’esposizione di Capodimonte al Louvre, inaugurata alla presenza del Presidente Mattarella.
Per il Ministro, il “soft power” è intrinsecamente legato all’identità di un popolo e di una nazione. Richiamandosi allo storicismo di Benedetto Croce, Sangiuliano ha sottolineato come la storia sia uno strumento per interpretare il presente e prefigurare il futuro. Inoltre ha citato il sociologo spagnolo Ortega y Gasset, evidenziando come un solido radicamento nel passato permetta una migliore proiezione verso il futuro.
Sangiuliano ha ribadito l’impegno del governo Meloni nel diffondere e valorizzare questo patrimonio culturale a livello mondiale, vedendolo non solo come un’eredità da preservare, ma come un asset strategico per l’influenza e il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale.