Naspi e collaborazione a partita IVA, quando comunicare il reddito presunto all’INPS?

Nuova collaborazione con Partita IVA, come procedere in caso di reddito presunto molto alto?
Quando si percepisce Naspi è possibile intraprendere un nuovo lavoro a patto che si rispettino i limiti stabiliti dalla normativa per i guadagni che è possibile conseguire. Quando si inizia una nuova attività lavorativa, poi, è necessario comunicarlo all’INPS. Vediamo come e quando rispondendo alla domanda di un lettore che ci scrive:
Buongiorno,
Sto usufruendo della Naspi da settembre e a partire dal 1/1/2022 mi è stato proposto un contratto di lavoro come collaboratore con partita iva, con 60 gg di prova.
L’importo annuo sarebbe di 30.000 euro dal 1/1/2022 al31/12/2022.
Poiché ho questi 60 giorni di prova , e non conosco l’esito di tale tirocinio, ossia se proseguirò o non proseguirò il rapporto, come devo comportarmi con la Naspi…devo comunicare subito il reddito presunto o lascio trascorrere i due mesi di prova e poi comunico il reddito presunto? Grazie
Naspi e collaborazione
Per lavoro autonomo, anche con partita IVA, durante la percezione della Naspi è possibile avere un reddito annuo che non superi i 4800 euro lordi. Ma anche in questo caso è necessario dare comunicazione all’INPS che provvederà a decurtare dalla Naspi spettante l’80% dei ricavi dall’attività in questione. Per redditi annui superiori a 4800 euro, invece, la Naspi decade.
Per coloro che percepiscono la Naspi e sono iscritti alla Gestione Separata INPS la comunicazione del reddito presunto è obbligatoria e va presentata il 31 gennaio di ogni anno in cui si percepisce la Naspi (ad esclusione del primo anno per il quale si è comunicato in sede di domanda).
Se, quindi, lei è iscritto alla Gestione Separata INPS e non presenta la comunicazione dei redditi presunti entro il 31 gennaio 2022, l’indennità di disoccupazione viene sospesa in ogni caso. Non può, quindi, attendere il decorrere dei due mesi di prova e non può neanche dichiarare come reddito presunto zero, se sta lavorando.
Se presenta, invece, la comunicazione anche solo riferita ai 60 giorni di prova, essendo il compenso per 12 mesi pari a 30mila euro, per i due mesi di prova sarebbe di 5000 euro e la porterebbe in ogni caso alla decadenza della Naspi. Di fatto, quindi, se accetta questa collaborazione e anche dovesse andare male la prova, ricevendo un compenso di 2500 euro al mese perderebbe in ogni caso il diritto alla Naspi.
Se, invece, la partita IVA deve aprirla perchè non la possiede può procedere a richiedere il pagamento della Naspi anticipata di tutti i mesi residui, misura di cui parlo approfonditamente in questo articolo:Naspi anticipata e fatturazione con partita IVA: ci sono limiti?
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