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Naspi con lavoro prima nel pubblico e poi nel privato, spetta?

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Pensione Quota 100 e Naspi

Naspi e rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel pubblico impiego, non concorre al diritto.

L’indennità di disoccupazione Naspi è un ammortizzatore sociale che l’INPS riconosce al lavoratore dipendente quando perde la propria occupazione involontariamente. Questo significa che non spetta a chi presenta dimissioni volontarie. Ma è bene sottolineare che a determinare la disoccupazione involontaria è sempre l’ultimo impiego.

Rispondiamo alla domanda di un nostro lettore che si trova, però, in una situazione un pò particolare:

Buongiorno, volevo una informazione circa la indennità NASPI.

Ho lavorato 38 anni in una amministrazione pubblica con contratto a tempo indeterminato. Ho rassegnato volontariamente le dimissioni e in seguito sono stato assunto da una ditta di materiale edile. Quindi giorni fa, dopo un periodo di 3 mesi mi hanno licenziato per inadeguatezza nelle funzioni. E’ prevista l’indennità Naspi nel mio caso? Grazie anticipatamente per l’attenzione.

Naspi e diritto

A determinare il diritto alla Naspi è sempre l’ultimo rapporto di lavoro. Dimissioni presentate in contratti di lavoro precedenti, infatti, non vanno ad influire. Nel suo caso il problema è che il rapporto di lavoro precedente era a tempo indeterminato nel pubblico impiego, tipologia di lavoro che non da diritto alla Naspi. E che non concorre, quindi, neanche nel calcolo della durata e dell’importo.

La Naspi, quindi, le spetta ma solo per un breve periodo e solo tenendo in considerazione l’ultimo rapporto di lavoro, a patto che quest’ultimo abbia previsto il versamento di almeno 13 settimane di contributi (quelle che occorrono per avere diritto alla Naspi, appunto). Se non ha raggiunto le 13 settimane di versamenti con l’ultimo rapporto di lavoro, invece, non le spetterà alcuna indennità perchè i 38 anni lavorati alla dipendenze della pubblica amministrazione sono totalmente ininfluenti sul diritto alla Naspi.

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