Nasce il Ministero dell’Istruzione e del Merito: il DL Ministeri è in Gazzetta Ufficiale [scarica PDF]

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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge Ministeri, che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri.

DECRETO-LEGGE 11 novembre 2022, n. 173

Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. (22G00185) (GU Serie Generale n.264 del 11-11-2022)

Il Ministero dello sviluppo economico assume la denominazione di Ministero delle imprese e del made in Italy; il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali assume la denominazione di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; il Ministero della transizione ecologica assume la denominazione di Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica; il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili assume la denominazione di Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell’istruzione assume la denominazione di Ministero dell’istruzione e del Merito.

Già sul sito del Ministero dell’Istruzione la dicitura Ministero dell’Istruzione e del Merito è già presente anche se non è ancora visibile nell’intestazione proprio perché manca il documento ufficiale. Poi da MI si passerà a MIM, ministero dell’Istruzione e del Merito.

ART. 6

(Ministero dell’istruzione e merito)

1. Il Ministero dell’istruzione assume la denominazione di Ministero dell’istruzione e merito.

2. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 49:

1) al comma 1, le parole: «È istituito il Ministero dell’istruzione, cui» sono sostituite dalle seguenti: «Al Ministero dell’istruzione e merito»;
2) la rubrica è sostituita dalla seguente: «(Attribuzioni)»;

b) all’articolo 50:

1) al comma 1, le parole: «Ministero dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «Ministero dell’istruzione e merito» e le parole «Ministro dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «Ministro dell’istruzione e merito»;

2) al primo periodo, le parole: «valutazione dell’efficienza dell’erogazione dei servizi medesimi nel territorio nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «promozione del merito e valutazione dell’efficienza nell’erogazione dei servizi medesimi nel territorio nazionale»;

3) al primo periodo, le parole: «supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate all’incremento delle opportunità di lavoro e delle capacità di orientamento degli studenti» sono sostituite dalle seguenti: «supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate alla valorizzazione del merito, all’incremento delle opportunità di lavoro e delle capacità di orientamento degli studenti»;

c) all’articolo 51, comma 1, la parola: «venticinque» è sostituita dalla seguente: «ventotto»;

d) la rubrica del Capo XI del Titolo IV è sostituita dalla seguente: «Ministero dell’istruzione e merito»;

e) all’articolo 51-ter le parole: «congiuntamente con il Ministero dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «congiuntamente con il Ministero dell’istruzione e merito».

3. Le denominazioni «Ministro dell’istruzione e merito» e «Ministero dell’istruzione e merito» sostituiscono, a ogni effetto e ovunque presenti, le denominazioni «Ministro dell’istruzione» e «Ministero dell’istruzione».

Oltre 100 milioni di tagli all’Istruzione nei prossimi tre anni

Per quanto riguarda l’Istruzione saranno 28 milioni da risparmiare nel 2023, 39 milioni nel 2024 e 49 milioni nel 2025. Pesanti i tagli anche al Ministero della Giustizia, degli Esteri e degli Interni. Revisione della spesa anche per il settore dell’Università: 7 milioni in meno nel 2023, 10 milioni nel 2024, 13 milioni nel 2025.

Ogni Ministero presenterà una proposta di revisione di spesa

Ogni Ministero ora dovrà presentare una proposta di revisione di spesa che sarà al vaglio del Ministero dell’Economia. In caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, lo stesso Ministero dell’Economia, per il tramite delle strutture di indirizzo politico-amministrativo, informerà il Ministro competente ai fini dell’integrazione delle proposte.

Se le proposte formulate non consentiranno di raggiungere l’obiettivo di spesa, per ciascun Ministero inadempiente, con il disegno di legge di bilancio 2023-2025, saranno “operate riduzioni degli stanziamenti, di competenza e cassa, fino a concorrenza del raggiungimento dell’obiettivo:

a) dei fondi da ripartire per provvedere ad eventuali sopravvenute esigenze di acquisto di beni e servizi iscritti nei pertinenti stati di previsione;

b) dei fondi a disposizione per eventuali deficienze di taluni capitoli limitatamente alle Amministrazioni nei cui stati di previsione siano istituiti;

c) dei fondi di parte corrente e di conto capitale alimentati dalle risorse rinvenienti dal riaccertamento dei residui passivi perenti, ai sensi dell’articolo 34-ter della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

d) di ulteriori voci di spesa individuate nell’ambito della spesa corrente del Ministero inadempiente”.

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