Muore il professore Gino Malaguti: storico e dirigente scolastico. Autore di un libro sull’espulsione e licenziamento di studenti e docenti dalla scuola durante il fascismo
Nell’archivio della Corte dei Conti – ci aveva raccontato il professor Gino Malaguti – abbiamo rinvenuto i nomi dei docenti di ruolo. I nomi dei supplenti invece li abbiamo rinvenuti in quello della comunità ebraica. Il regime usava delle parole edulcorate – espulse, licenziate – ma la realtà è che chi proveniva da famiglie benestanti se la cavava in qualche modo, chi invece viveva del proprio stipendio andava in pensione, ma era bassa perché la carriera era troncata a metà, e si cadeva in povertà”. Vogliamo ricordare con queste parole dedicate al libro – uno dei tanti – che ha scritto con il fratello Giorgio Malaguti e da Barbara Previato, docente di Italiano e Storia all’Istituto tecnico industriale Corni di Modena, libro intitolato “Espulsi e licenziati: alunni e docenti delle scuole modenesi e le leggi razziali del 1938”.
Il professor Gino Malaguti, docente di chimica, storico dirigente scolastico dell’IPSIA Corni di Modena e per tanti anni provveditore agli studi della città emiliana, è morto mercoledì a 80 anni lasciando un grande vuoto nella sua famiglia e nella comunità scolastica e culturale di Nonantola, dove viveva, e in quella dell’intera provincia emiliana. I funerali si terranno oggi, 25 ottobre, alle ore 15. Le Camere ardenti sono state allestite all’ospedale di Castelfranco Emilia e da qui si procederà per la Pieve di Nonantola, per la Santa messa.
Tornando al contenuto della ricerca, con cui lo vogliamo ricordare, Malaguti ricordava in una nostra intervista, che “il lavoro è stato quello di verificare quali alunni siano stati espulsi. Abbiamo verificato che la comunità ebraica istituì una scuola paterna, sotto la responsabilità del padre. Fino al ‘43 due scuolette erano frequentate da alunni che poi sostenevano gli esami nelle scuole statali da privatisti. Andavano molto bene perché frequentavano una scuola religiosa e quindi a 4 o 5 anni sapevano già leggere e scrivere e sapevano a memoria brani della Bibbia e prendevano dei bei voti, mentre gli altri restavano un po’ indietro. Facevano spesso l’esame di ammissione al terzo anno, con tre anni in uno. Uno di questi studenti era Arrigo Levi, che in tre anni ha preso la maturità scientifica al liceo scientifico Tassoni, andava avanti di due anni in uno. Devo dire che al Tassoni abbiamo trovato tanta passione nell’aiutarci nella ricerca”. L’epurazione non risparmiò il nostro Ateneo. “All’università – prosegue l’ex Provveditore – ci furono quattordici docenti licenziati, alcuni cattedratici, alcuni aiuti, altri erano assistenti volontari. I docenti elementari e medi una ventina, gli alunni espulsi dalla scuola venticinque. Ricordo la famiglia dell’avvocato Enzo Levi, una famiglia liberale che organizzò con l’aiuto della Chiesa l’emigrazione in Argentina, altri andarono in svizzera. C’era poi il problema delle famiglie miste. I figli non erano ebrei puri e se riuscivano ad avere un certificato di battesimo vecchiotto erano esclusi dalla discriminazione. Per altri versi, censurarono tanti autori e i loro libri anche se di natura tecnica”.
Questo è il link per leggere l’intervista integrale al compianto professore e studioso Gino Malaguti