Tribunale del Lavoro boccia contratto sulla mobilità, Turi: “Chi ha ottenuto trasferimento non lo perderà, si dovrà riaprire trattativa. I singoli potranno fare ricorso” [INTERVISTA e SCHEDA VINCOLI]
Restano tesi i rapporti fra Ministero e organizzazioni sindacali: la sentenza del Tribunale di Roma che boccia il contratto di mobilità firmato dall’amministrazione e la sola Cisl Scuola, ha riaperto le ferite di un conflitto esasperato ultimamente dall’approvazione della riforma del reclutamento e formazione docenti.
Dopo la firma dello scorso 27 gennaio del contratto integrativo di mobilità, i sindacati Flc Cgil e Uil Scuola hanno presentato ricorso contro il ministero per condotta antisindacale.
“Non aprire alle trattative nei confronti di OO.SS. firmatarie del CCNL – si legge nella sentenza del Tribunale di Roma – Sez. Lavoro – senza alcuna forma di motivazione che evidenzi la trasparenza della scelta, costituisce condotta antisindacale posto che – così facendo – si è venuto a creare una sorta di “monopolio sindacale” le cui ragioni rimangono incomprensibili. Appare evidente che si tratta di circostanza di fatto che è ben lungi dall’integrare la ricerca, in omaggio ai principi di correttezza e buona fede, del “maggior consenso possibile”.
Cosa accade adesso? Non ci saranno ricadute su chi quest’anno ha presentato e ottenuto domanda di trasferimento. Invece, secondo il giudice, si dovranno riaprire le trattative per il contratto.
A spiegare ad Orizzonte Scuola la situazione è il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi, mostrandosi soddisfatto: “Finalmente si rientra nel diritto. Il Tribunale di Roma riconosce che il ministro da parte del Ministro e del Ministero c’è stata una condotta antisindacale. È un non contratto quello firmato a gennaio, lo diciamo dal primo momento. Il giudice adesso impone di riaprire le trattative, tornare al contratto precedente, per riconoscere il diritto di mobilità a tutti. Afferma i diritti perchè questi si erano affievoliti. Le sedi negoziali si devono rispettare“.
Il Ministero adesso farà ricorso: “Beh, certo, è chiaramente un suo diritto. Però il Ministro Bianchi poteva anche presentarsi per difendersi anziché fare ricorso dopo”.
Non cambia nulla per chi ha presentato domanda di mobilità quest’anno, quindi?
“Assolutamente. Non cambia nulla per chi ha fatto domanda e l’ha ottenuta. Le persone, singolarmente, possono fare ricorso, possono impugnare quel non-contratto. Noi preferiamo concentrarci adesso sulle trattative, per provare a dare un contratto migliorativo che permetta a tutti di avere la mobilità“.
Il fronte sindacale resta compattato, come emerso nell’ultimo periodo?
“Il fronte sindacale è compatto. Ognuno ha sensibilità diverse ma la compattezza l’abbiamo vista con le azioni contro il decreto 36, dove si è manifestata l’incoerenza di questo Governo. Di una politica autoreferenziale che non guarda ai problemi delle persone. Ecco allora che ci siamo noi, le organizzazioni sindacali, che facciamo il nostro lavoro, ovvero segnalare i problemi e difendere le persone da una politica sempre più sorda“.
Ecco quali sono i vincoli della mobilità