Mobilità docenti, Campione: pochi i trasferimenti rispetto allo scorso anno. Continuità didattica migliorerà dopo grazie al contratto

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Le cose, a seconda del punto di vista da cui le si guarda, possono sembrare in modo diverso. Così è per il contratto sulla mobilità del personale docente per l’a.s. 2017/18.

In esso è stato stabilito (di concerto tra Miur e sindacati) che, di tutti i posti vacanti e disponibili per l’a.s. 2017/18, il 30% andrà ai trasferimenti interprovinciali, il 10% ai passaggi di cattedra e/o di ruolo, mentre il 60% sarà riservato alle immissioni in ruolo.

Una boccata di ossigeno per le graduatorie dei precari (potrebbe essere la volta buona per le GaE infanzia e in generale per le GaE di scuola secondaria), mentre per i docenti di ruolo le “occasioni” saranno limitate a quel 30% che, tradotto per ciascuna provincia e classe di concorso, potrebbe ridursi in una manciata di posti.

Delle 100mila domande attese infatti, forse solo 50mila potranno essere soddisfatte Mobilità docenti 2017, si attendono 100mila domande. Solo 50mila saranno accolte

Ecco cosa scrive Marco Campione sulla pagina Facebook

“Ricevo molti messaggi di genitori preoccupati per quanto hanno letto sui giornali di oggi.

Non fidatevi di quello che leggete: il numero di docenti che potrà m uoversi a seguito del contratto firmato ieri è determinato dal numero di posti disponibili.

E il numero di posti su cui ci si potrà spostare quest’anno (per l’a.s. 17/18) è il 40% dei posti vacanti e disponibili, mentre lo scorso anno era il 100%. Si è dunque sensibilmente ridotto!

Cambia invece chi potrà fare domanda, ma -ripeto- non cambia il numero di chi potrà effettivamente spostarsi.

Quindi rispetto alla cosa più importante, la continuità didattica, nulla cambia a causa del contratto. Anzi migliora.”

A ciò si aggiunga che per le assegnazioni provvisorie non ci sarà la deroga al vincolo triennale nella provincia di immissione in ruolo.

Deroga a vincolo triennale solo per mobilità 2017, non per assegnazioni provvisorie. Bisogna garantire continuità didattica

Certo, tutto dipende dal punto di vista. Ancora oggi segnaliamo sentenze in cui i giudici riconoscono che l’assegnazione di una sede a 800 km dalla propria residenza provoca un danno personale e familiare.

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