Mobilità docenti e ATA 2024-25, ordinanza in arrivo. Per Bruxelles il vincolo è importante per “continuità didattica”. I docenti vincolati chiedono rispetto e dignità
Oggi alle 14:00 si terrà un incontro al Ministero dell’Istruzione tra i rappresentanti ministeriali e le forze sindacali per discutere la mobilità del personale docente, educativo e Ata per l’anno scolastico 2024/25.
Le operazioni di mobilità saranno disciplinate dal CCNI 2022/25, sottoscritto il 18 maggio 2022, che sarà comunque modificato per recepire alcune novità legislative e contrattuali. Tra queste, l’introduzione di un punteggio aggiuntivo per i docenti che lavorano in aree a forte rischio di abbandono e per i docenti tutor/orientatore.
Le fasi della mobilità territoriale (trasferimenti) e professionale (passaggi di ruolo/cattedra) sono:
- I fase: Trasferimenti all’interno del comune;
- II fase: Trasferimenti tra comuni della stessa provincia;
- III fase: Mobilità territoriale interprovinciale e mobilità professionale.
I movimenti avvengono secondo precise percentuali di posti destinate alle diverse fasi.
Nell’anno scolastico 2023/24, le domande di mobilità sono state 82.282, di cui 44.819 sono state accolte. Le domande soddisfatte sono state di più per la scuola primaria (55,5%) e secondaria di primo grado (52,5%) rispetto alla scuola dell’infanzia (54,8%) e secondaria di secondo grado (47%). Dal punto di vista territoriale, 12.928 docenti hanno ottenuto il trasferimento in un’altra provincia e 6.766 in un’altra regione. Le regioni con il maggior numero di domande di mobilità sono state Lombardia, Campania, Sicilia e Lazio. In queste regioni, la maggior parte delle domande ha riguardato il trasferimento in un’altra scuola del territorio. Le domande di mobilità da fuori regione accolte sono state 6.766, di cui il 63,6% ha riguardato docenti che si sono spostati da regioni del Centro Nord verso il Sud e le isole.
Come detto nei giorni scorsi, l’emendamento al Milleproroghe che prevedeva una deroga ai vincoli sulla mobilità dei docenti assunti a settembre scorso è stato bocciato dalla Commissione Europea. Il Ministero dell’Istruzione era favorevole alla deroga, ma Bruxelles ha ribadito che il vincolo è importante per la continuità didattica.
L’incontro sarà l’occasione per discutere le possibili soluzioni per la mobilità del personale scolastico in vista dell’anno scolastico 2024/25. Le forze sindacali chiederanno al Ministero di trovare una soluzione per i docenti neo assunti che non possono ancora presentare domanda di mobilità.
I docenti vincolati lanciano appello
Dopo la bocciatura dell’emendamento sulla mobilità proposto dai partiti di maggioranza, le speranze dei docenti vincolati di ottenere un trasferimento si sono infrante. Il Comitato Nazionale dei Docenti Vincolati, pur riconoscendo la complessità della situazione, denuncia l’inerzia dell’attuale maggioranza politica e dei sindacati di fronte a un problema che penalizza migliaia di lavoratori.
La campagna elettorale si era basata sulla promessa di tutelare i diritti della famiglia, ma a distanza di mesi, le parole non sono state tradotte in fatti concreti. La responsabilità del vincolo non può essere scaricata unicamente sull’Europa, sull’Avvocatura dello Stato o sui sindacati.
Alla vigilia del primo incontro sulla contrattazione del CCNI, i docenti vincolati chiedono che le loro istanze vengano finalmente ascoltate. È necessario riproporre lo scenario dello scorso anno, dando la possibilità di presentare domanda di mobilità con riserva ai docenti a tempo indeterminato, compresi quelli assunti dalle stesse procedure concorsuali ma penalizzati a causa di tempistiche sbagliate.
I docenti vincolati chiedono dignità e rispetto: il diritto di potersi avvicinare alla propria famiglia e di svolgere il proprio lavoro con serenità. La mobilità non è un capriccio, ma un diritto fondamentale che non può essere ignorato.
Protestano anche gli insegnanti assunti tramite GPS e Mini call veloce: “Riteniamo che i diritti e le possibilità concessi ai nostri colleghi lo scorso anno debbano essere estesi anche a noi. Chiediamo la deroga ai vincoli di mobilità e l’assegnazione provvisoria interprovinciale, nonché la possibilità di prendere incarichi ex art. 36. Il diritto al lavoro non deve escludere il diritto alla famiglia”, si legge in una nota.
Le ragioni degli insegnanti:
- Non siamo stati assunti con i fondi del PNRR. La nostra procedura di assunzione è identica a quella dello scorso anno.
- A parità di procedura di assunzione, chiediamo gli stessi diritti. La deroga va concessa a tutti, nessuno escluso.
- Molti di noi si trovano a migliaia di chilometri dalle proprie famiglie, con costi di vita elevatissimi. Il rischio di burnout è altissimo. La vera continuità didattica non è garantita dai vincoli, ma dalla serenità di poter scegliere la sede desiderata.