Mobilità docenti, da Treviso oltre 1000 domande di trasferimento: pesano affitti e carovita. I sindacati avvertono: “Al Sud situazione satura, molte domande potrebbe non essere accettate”

L’allarme arriva da Treviso, ma potrebbe arrivare da una qualsiasi provincia del Nord. Migliaia di insegnanti hanno presentato domanda di trasferimento, un numero in crescita rispetto agli anni precedenti, grazie alle nuove deroghe ai vincoli.
La massiccia presenza di personale proveniente dal Centro e Sud Italia potrebbe innescare una “fuga”, esacerbata dal problema degli affitti e del carovita.
Più deroghe, più mobilità
Le domande di trasferimento, sia provinciale che interprovinciale, sono state presentate entro il 25 marzo, con l’ufficializzazione degli spostamenti prevista per il 23 maggio. Rispetto all’anno scorso, le deroghe offrono maggiori opportunità: sono previste per chi ha figli fino a 16 anni (prima erano 14), per la legge 104 con estensione a sorelle e fratelli, e per l’assistenza ai genitori (dagli over 75 agli over 65).
Come di consueto, i trasferimenti andati a buon fine saranno resi noti prima della fine delle lezioni. Resta da vedere quante domande saranno accettate e quanti posti saranno disponibili nelle regioni di residenza, tenendo conto che “nel Meridione la situazione, in diversi casi, è abbastanza satura”, come sottolineano i sindacati a La Tribuna di Treviso.
Carovita e affitti: un fattore chiave nella mobilità
L’aumento del costo della vita e, in particolare, degli affitti, sta diventando un fattore sempre più determinante nelle decisioni di trasferimento dei docenti, soprattutto per coloro che provengono da regioni con un costo della vita inferiore. Il fenomeno può generare una sorta di “fuga” verso aree geografiche più accessibili economicamente, con conseguenze significative per il sistema scolastico.
L’impatto economico
Per molti insegnanti, soprattutto quelli neoassunti o con anzianità di servizio inferiore, lo stipendio non sempre è sufficiente a coprire le spese in città con un alto costo della vita. L’affitto rappresenta spesso la voce di spesa più consistente, erodendo una parte significativa del reddito disponibile. Questa situazione può rendere difficile per i docenti mantenere un tenore di vita dignitoso, limitando la loro capacità di risparmiare, investire nella propria formazione o semplicemente far fronte alle spese quotidiane.
Di fronte a queste difficoltà economiche, molti docenti valutano la possibilità di trasferirsi in regioni con un costo della vita più basso, anche a costo di allontanarsi dalla propria famiglia e dai propri affetti. La “fuga” può avere diverse conseguenze:
- Carenza di docenti in alcune aree: Le regioni con un alto costo della vita rischiano di perdere docenti qualificati, con conseguente difficoltà nel garantire la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento.
- Aumento della precarietà: La difficoltà nel reperire docenti di ruolo può portare a un aumento del ricorso alle supplenze, con effetti negativi sulla stabilità del corpo docente e sulla qualità dell’offerta formativa.
- Disparità territoriali: Si rischia di accentuare le disparità territoriali, con scuole situate in aree economicamente svantaggiate che faticano ad attrarre e trattenere docenti qualificati.