Mobilità, 3 punti per i docenti tutor e orientatori. Ancodis: “Scelta politico-sindacale che suscita 4 domande”

In attesa della pubblicazione delle ordinanze ministeriali che daranno avvio nel mese di febbraio alle operazioni di mobilità per l’a.s. 2025-2026 Ancodis pone l’attenzione al punto I della Sezione A3 relativa alla Tabella di valutazione titoli che prevede la novità di un punteggio aggiuntivo per il servizio di tutor e orientatore.
“Sono, infatti, previsti 3 punti alla fine del triennio e soltanto – sottolinea il presidente Cicero – per la mobilità territoriale per il docente che ha effettuato per almeno un triennio scolastico continuativo nella medesima istituzione scolastica il ruolo di tutor e/o orientatore“.
“Siamo di fronte ad una scelta politico-sindacale sorprendente che suscita quattro domande:
1) Perché sono state escluse tutte le altre figure di sistema previste dalle vigenti norme giuridiche, risorse professionali interessate in specifici percorsi di formazione, impegnate quotidianamente nel funzionamento organizzativo e didattico delle loro scuole?
2) Perché il punteggio assegnato è soltanto al termine di un triennio?
3) Perché si è tenuto conto di questo servizio aggiuntivo per la mobilità volontaria e non – a garanzia della permanenza – per la graduatoria interna di istituto?
4) Le colleghe e i colleghi interessati preferiscono restare in un rassegnato e tacito dissenso senza nulla contestare?”
“Crediamo – commenta Cicero – che la scelta sia iniqua, incomprensibile e demotivante per le decine di migliaia di docenti che hanno responsabilmente accettato di assumere incarichi aggiuntivi per il funzionamento delle loro scuole e per il miglioramento dell’offerta formativa.
Non riconoscere tutto questo significa restare indifferenti di fronte al loro lavoro e umiliare le loro professionalità che meritano senza alcun dubbio attenzione e rispetto da parte del Ministero, delle forze politiche, delle associazioni di categoria e delle OO.SS..
Forse è il momento di scendere in campo consapevoli che siamo nella governance scolastica la componente più numerosa e che senza il nostro quotidiano lavoro aggiuntivo il diritto allo studio per gli alunni e la qualità del servizio per la comunità scolastica sarebbero significativamente compromessi” conclude.