Mobilità 2018/19, docenti fuori sede: sindacati non si battono per nostro rientro

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comunicato – Il 6 dicembre 2017 si è svolto a Roma l’incontro “La questione dei docenti esiliati e non solo: la L.107 e le proposte per il CCNI mobilità 2018” organizzato dai docenti riuniti nei gruppi spontanei e nei comitati nati a seguito della entrata in vigore della L. 107/15 (Comitato nonsisvuotailsud, Nastrini Liberi Uniti, Osservatorio Diritti Scuola, 8000 Esiliati Fase B, Nastrini Rossi, Coordinamento docenti fase C, Vittime dell’algoritmo) al quale sono stati invitati tutti i sindacati del comparto scuola. Hanno moderato le insegnanti Debora Masci e Francesca Carusi.

Innanzitutto ringraziamo le sigle sindacali che hanno risposto all’invito con la presenza di Maria Domenica De Patre e Antonietta Toraldo della GILDA, Mario Sanguinetti dei COBAS, Alessandra Fantauzzi dell’UNICOBAS e Silvia Bisagna dell’USB, che hanno dimostrato grande correttezza e totale disponibilità al confronto con i docenti intervenuti. Ringraziamo inoltre gli autoconvocati della scuola – Roma, rappresentati da Diego Chiarluce che hanno spontaneamente aderito all’iniziativa e tutti i colleghi che hanno partecipato ed animato il dibattito, colleghi protagonisti dell’esodo forzato causato dalla L. 107, ma anche immobilizzati assunti prima del piano di assunzioni straordinario.

Assenti invece FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS che hanno scelto di non presentarsi all’incontro.

Tanti i nodi affrontati (svilimento del ruolo del docente, politica del “divide et impera” da contrastare, storture delle politiche scolastiche pre e post 107, necessità di unire i contenuti delle proteste anti 107), primo tra tutti però il prossimo contratto mobilità e l’innalzamento delle quote riservate ai trasferimenti. Tra la richiesta di effettuare le operazioni di mobilità su tutto l’organico dell’autonomia avanzata dai docenti ed il riproporre, attraverso un contratto fotocopia la quota del 30 percento dei posti da riservare ai trasferimenti interprovinciali, vi è un enorme divario. Occorre innalzare la quota riservata ai trasferimenti.

Come si potrà mai concretizzare una soluzione definitiva del problema, il piano di rientro tanto richiesto dai docenti fuori sede, se i sindacati per primi non utilizzano il prezioso strumento della contrattazione per iniziare ad incidere concretamente sullo stesso problema? Come è possibile che ci si batta a spada tratta contro l’ambito e la chiamata diretta e si mettano da parte coloro che, oltre ad essere stati le cavie di tutto ciò, hanno subito anche la perdita di una serie di diritti rimasti intoccabili per altri? Si lotta contro il precariato e non si lotta per chi ha pagato come una colpa l’essere stato precario per decenni: ad un certo punto, con la “Buona Scuola” è arrivato il momento di sistemare il docente precario a tutti i costi, nel giro di poco, con estrema superficialità e regole anomale. In pieno stile “rottamazione”.

Oggi, dopo due contratti di mobilità sottoscritti contro la volontà dei docenti maggiormente interessati e coinvolti dalle operazioni dei trasferimenti, c’è sfiducia e sconforto da parte di chi si è sentito tradito da chi doveva tutelarlo. Diversi docenti hanno già revocato le proprie tessere.

E’ soprattutto questa amara constatazione che ha spinto ad organizzare l’incontro: e l’assenza della FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS alla luce di tutto ciò acquisisce un peso maggiore.

Perché si è voluto evitare un confronto diretto con i rappresentanti di gruppi e movimenti di docenti che stanno lottando da tempo contro chi non riesce ad ammettere i propri errori neppure di fronte a coloro che ne incarnano l’essenza?

Non c’è volontà di ascoltare le istanze dei docenti fuori sede e dunque anche di sostenerli davvero?

Non verrà discussa mai concretamente la possibilità di aumentare le quote percentuali?

I comunicati stampa diramati dalla FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA E SNALS dopo l’incontro del 4 dicembre, dichiarano che durante l’incontro si è discussa anche la possibilità di rivedere le quote percentuali, ma questa possibilità verrà sostenuta fino all’ultimo e porterà i sindacati uniti a chiedere concretamente l’aumento delle quote percentuali?

La Gilda ha potuto rispondere a queste semplici domande di persona ed ha dichiarato la propria contrarietà alla riproposizione del contratto dello scorso anno, di essere favorevole ad un aumento delle quote percentuali ed ha ribadito la propria lotta senza frontiera da decenni alle politiche distruttive messe in atto nella scuola contro studenti, famiglie e docenti, politiche che hanno trovato un degno coronamento nella L. 107.

Le stesse cose avremmo voluto chiederle agli altri sindacati che non hanno raccolto l’invito.

Per avere una risposta dovremo attendere il prossimo 15 dicembre, giorno in cui le sigle sindacali sono state convocate dal MIUR per sottoscrivere il contratto “fotocopia”.

Nel frattempo, continueremo a sostenere la causa di tutti i docenti fuori sede e invitiamo i colleghi a tenersi costantemente informati ed a contattare i referenti dei gruppi e comitati per aggiornarsi sulle possibili iniziative che verranno organizzate.

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