Mobilità 2017: migliaia docenti Sud chiederanno rientro, scuole Centro-Nord temono svuotamento organici

Stipulato l’accordo Miur-sindacati sulla mobilità del personale docente per l’a.s. 2017/18, si iniziano a fare delle ipotesi di quello che potrà accadere il prossimo anno scolastico.
Le ipotesi vengano avanzate da soggetti con interessi opposti e riflettono naturalmente le diverse visioni in merito.
Da un lato, i docenti, soprattutto meridionali, si chiedono quanti di loro ce la faranno a rientrare nelle province/regioni di residenza, alla luce della deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di immissione in ruolo e delle aliquote riservate alla mobilità.
Dall’altro lato, le scuole del Centro-Nord si chiedono quanti docenti lasceranno scoperte le proprie cattedre e riflettono sulle conseguenze negative che ciò determinerà sul percorso formativo degli studenti, costretti a cambiare ancora una volta docenti.
Le ipotesi suddette provengono, come già detto, da docenti assunti al centro-Nord e da Scuole di tale area del Paese.
Nelle scuole della provincia di Lecco, ad esempio, si stima che 150 docenti, come leggiamo ne “La Provincia di Lecco”, presenteranno domanda di mobilità per riavvicinarsi a casa, ma non tutti o meglio pochi di essi riusciranno a rientrare. I posti liberi nel Meridione , infatti, sono pochi e l’aliquota destinata ai trasferimenti non aiuta più di tanto.
In provincia di Como, invece, emergono le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, che temono uno “svuotamento” delle scuole da loro dirette.
Come apprendiamo da “La Provincia”, infatti, vi sono 500 docenti circa pronti a presentare domanda di mobilità.
Il dirigente di un istituto scolastico di Como ha affermato che, pur comprendendo le esigenze dei docenti, le regole non dovevano essere cambiate (il DS fa riferimento alla deroga summenzionata), in modo da evitare nuove modifiche agli organici che, ormai, tutto assicurano tranne che la continuità didattica.