Mobilità: sono come l’araba fenice. Lettera

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E invece io no. Io non l'ho avuto. Il trasferimento, intendo. Anche se la domanda l'ho presentata. Non so se sono l'unica, ma sembra che io il trasferimento non lo abbia chiesto, perché sono stata assegnata all'unico ambito di Reggio Emilia che avevo inserito…ambito 19…ovviamente dopo tutti quelli pugliesi e lucani….

E invece io no. Io non l'ho avuto. Il trasferimento, intendo. Anche se la domanda l'ho presentata. Non so se sono l'unica, ma sembra che io il trasferimento non lo abbia chiesto, perché sono stata assegnata all'unico ambito di Reggio Emilia che avevo inserito…ambito 19…ovviamente dopo tutti quelli pugliesi e lucani….

Ho pensato compilando la domanda, giusto o sbagliato che sia o sia stato, ancora non ragiono, che se proprio l'algoritmo avesse dovuto scegliere dove sbarcarmi, non avrei voluto lo facesse in modo totalmente desertico, sterile, asettico…

"Almeno se devo "morire", scelgo io dove"..mi sono detta.. dove so che un cuore lo trovo…perché là, a Reggio Emilia, ho una sorella adottiva… altrove nessuno.

Però, però poi ti trovi a fare i conti con l'altro cuore, quello viscerale: mio figlio, 7 anni, che quest'anno ha visto una nonna morire e i suoi separarsi.

Ho provato in questo lungo anno a proteggerlo, a tenerlo lontano dalle mie ansie, perché lontane e perciò inutili, ma di recente ho dovuto cominciare a prepararlo in qualche modo, per non dargli una doccia fredda dall'oggi al domani…

Mio figlio stamattina alla prospettiva della partenza, raccontata in modo molto molto soft, ha avuto una crisi di pianto e ripeteva non voglio lasciare la mia scuola, i miei amici..

Mi mancherà tanto papà…le sue lacrime e le sue parole erano strazianti e io mi sentivo incapace ed impotente…

Fossi da sola non avrei alcun timore, alcuna remora, nessuna paura…partirei a cuor leggero, malgrado abbia altre problematiche qua..ma così non si può..come me, tante, tantissime altre colleghe….stessi dilemmi laceranti.

In questa ennesima lunga notte in bianco e lacrime, la notte dell'email, ché, se anche profondamente consapevole e preparata, la realtà supera l'immaginazione nella crudeltà degli aspetti umani della vicenda, mi sono rivista il film della mia vita: dove ho sbagliato? Cosa? Quando? Perché?

A quale bivio ho sbagliato strada, quando il mio cervello ha smesso di ragionare???
"Domande quiz quesiti"…. mi torna in mente il mio prof di geografia I dell' università…

Non so neanche se voglio più tentare la richiesta dell'assegnazione provvisoria: illudersi, sperare, andando su e giù per lo stivale, con l'angoscia di smantellare una casa in fretta e furia.. cosa portare con sé, cosa lasciare? Quanto tempo avrò? Quanto ancora dovrò vivere in questo limbo?

Domande senza risposta…. forse fra qualche anno….forse mai…
Anna, una collega, all'esame dell'anno di prova mi ha scritto:
"La vita è fatta di strade da percorrere….dieci, cento, mille, belle e meno belle!!!
Solo a volte ci è concesso il privilegio di scegliere!

Quando quel momento arriverà, io ti auguro di cuore di avere occhi grandi per guardare…la strada più luminosa e piena d'amore che c'è!!!": Anna, tesoro caro, sei stata profetica e nel tuo gran cuore di mamma, che per me sei stata, avevi visto lontano, avevi visto giusto… grazie Anna!!!

E sia! Proviamo a scegliere….a vivere e a sorridere…a sperare, no: ho smesso, mi sto disintossicando… in qualche modo, ce la farò, ce la faremo..

Perché nei miei 10 anni di precariato, tra le altre competenze, ho sperimentato cosa sia la distanza, la solitudine, l'adattamento continuo, la fantasia e la capacità di reinventarsi e ricominciare daccapo, ogni anno, la "flessibilità"…

Io sono come l'araba fenice: oggi le ceneri, domani le ali.
Auguri, Ketty.

Ketty Cellamare

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