Mobilità. PSP: Storia e mobilità coatta dei docenti meridionali: la cacciata

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La Prof.ssa Enza Sirianni scrive un bellissimo post tra storia e mobilità coatta dei docenti meridionali:

La Prof.ssa Enza Sirianni scrive un bellissimo post tra storia e mobilità coatta dei docenti meridionali:
LA CACCIATA
Dal 1861, abbiamo imparato a divenire " cittadini del mondo".
Noi che coltivavamo i " jardini" , gli orti mediterranei, con una messe di frutti preziosi, che conoscevamo l'arte della seta, dei telai, dei filatoi, dei broccati, dei velluti, del ricamo ad arabeschi impossibili, della fine oreficeria, dell'artigianato del marmo, del rame , del legno, della creta, della terracotta, ceramica, porcellana, che sapevamo lavorare il ferro come pochi altri, avevamo le ferriere in loco, noi che eravamo espertissimi nell'arte navale , nell'edilizia, nelle decorazioni e arredamento , che eseguivamo ogni lavoro a "regola d'arte". Imparammo che il nuovo stato, l'Italia unificata, non era nata per darci una mano. Che anzi, con due prendeva dandoci la colpa di essere degli incapaci. Ci inculcava l'idea che eravamo dei mantenuti, parassiti che si era accollata per il "valore" dell'unità
nazionale. E tutto piano piano s'inaridì. Seccarono i nostri jardini e gli artigiani rimasero senza lavoro. Non ci rimase che partire. Via , via…come recita un famoso canto degli emigranti. Iniziò la diaspora che nessuna damnatio memoriae può occultare. Le terre oltre l'Atlantico hanno milioni di persone dai cognomi meridionali, tanti assurti a fama mondiale.
Non era un destino, no. Ma una scelta precisa, etnica , razzista e predatoria. Ci dispersero, disgregarono, ci tramandarono la " memoria " di Stato, la sua narrazione con i libri di storia omologati alla leggenda dell'altruismo Savoia , sacrificatisi in nome di un grande ideale : l'Italia unita. La nostra la tacquero. La nascosero fino
alll'oblio. Galeano , grande scrittore uruguayano, usa la definizione di amnesie obbligate. Tipico dei conquistadores.
E' una storia ininterrotta, con un andamento vario che ha toccato picchi esodali fino al 1925 , ripresi tra il 1950 e il 1970.
Un'attenuazione solo negi anni '80-'90 fino al duemila. Ora si parla di emigrazione intellettuale. Non è proprio così se migliaia di giovani laureati a Londra vanno a fare i camerieri o i kitchen porter.
E poi ci sono gli insegnanti, i lavoratori della scuola. Fino a qualche anno fa era una scelta , obbligata, ma pur sempre una scelta.
Si andava nel bresciano, tanto per fare un esempio, per avere la certezza di un incarico e la prospettiva di un definitivo inserimento.
Poi si decideva se restare , mettere radici o ritornare nel sud, verso casa.
Oggi è un'imposizione. Pretestuosa. Si legga come giustifica le "dislocazioni " la deputata Puglisi del Pd. Che dire?
I fatti si stanno compiendo perchè ancora troppo pochi tra noi insegnanti della Scuola Pubblica Italiana , hanno preso coscienza di questa pianificazione subdola che mira a colpire il "frutto proibito", l'albero della conoscenza. Che è la garanzia della sopravvivenza di questi falsi dei e idoletti. La cacciata. Per vivere tra gli affanni, la paura e mille dolori. Soprattutto per le donne , in maggioranza tra i docenti, colpevoli di avere studiato, di volere lavorare , di affermarsi come cittadine , intellettuali, di volere essere autonome , di contribuire al loro benessere e a quello delle loro famiglie.
Le donne sole o con prole. Rocce , colonne per madri, padri, fratelli, sorelle , compagni, figli, loro socialmente più "deboli" , ulteriormente minate, umiliate da chi, con un cinismo degno di un regime totalitario, annulla l'irripetibilità di ogni singola persona,umiliando , calpestando le vite. Come se non bastassero le durezze della vita a farci fare l'inventario di ciò che non si è fatto, delle rinunce, dei rimpianti, dei sogni, delle nostre malinconie.

Partigiani della Scuola Pubblica
Insegnanti calabresi- Psp Calabria

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