Mobilità forzata. Anief. La soluzione c’è: sbloccare 70mila posti

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C’è un sistema per evitare la mobilità forzata di decine di migliaia di docenti, assunti nel 2015 con il piano straordinario della Legge 107/2015, e tra una settimana costretti a spostarsi in province lontanissime:

C’è un sistema per evitare la mobilità forzata di decine di migliaia di docenti, assunti nel 2015 con il piano straordinario della Legge 107/2015, e tra una settimana costretti a spostarsi in province lontanissime: visto che il Governo non ha alcuna intenzione di creare di posti aggiuntivi, chiesti a gran voce pure dai governatori, l’unica soluzione attuabile è quella di sbloccare da subito gli organici di fatto, ovvero quei posti che da decenni il Ministero dell’Istruzione continua ad assegnare ai supplenti sino al 30 giugno ma che nella realtà risultano in gran numero privi di un docente titolare di cattedra. Per questo motivo, sono posti trasformabili in unità di insegnamento utili per i trasferimenti. Tra l’altro, il tutto non comporterebbe particolari oneri per lo Stato, visto che per dieci mesi l’anno vengono comunque coperti da un docente precario.

“Visto che il Miur non vuole attuare alcun monitoraggio per verificare l’effettiva presenza di posti vacanti, sebbene sarebbe bastato che da Viale Trastevere fosse partita una richiesta di ricognizione ai dirigenti scolastici, il nostro sindacato ha stimato che dei 115.823 contratti di supplenza annuale, stipulati subito dopo l’approvazione della Buona Scuola, almeno 70mila possono essere considerati vacanti a tutti gli effetti. Di questi, oltre la metà riguardano il sostegno, che per colpa di un vulnus normativo continua ad essere organizzato coprendo un posto su tre con personale precario, penalizzando così in un colpo solo docenti e studenti disabili”.

“Sono cattedre – ricorda Pacifico – a cui non corrisponde alcun docente titolare. E quindi da considerare assegnabili al 31 agosto, pure utili per trasferimenti ed immissioni in ruolo. Basta ricordare, per tutti, quanto è avvenuto in questi giorni in Sicilia, dove pur essendovi 4mila posti liberi sono state rispinte le 5mila domande di trasferimento formulate dai docenti inseriti negli ambiti territoriali. Procedendo in questo modo, facendo prevalere la burocrazia sulla praticità, non solo si procrastina la supplentite, ma si condannano tanti docenti di ruolo a rimanere lontani da casa e altrettanti a rimanere precari a vita”.

“La verità è che per assecondare delle esigenze di bassa cassa – continua il sindacalista Anief-Cisal – il Governo sta danneggiano tanti docenti di ruolo, oggi vittime di trasferimenti forzati e costretti ad improbabili assegnazioni provvisorie. Di conseguenza, sono danneggiati altrettanti docenti specializzati nel sostegno, oppure abilitati sulle discipline con i corsi Tfa, Pas, di scienze della formazione primaria, che per il Miur possono rimanere nelle graduatorie d’Istituto e senza prospettive di stabilizzazione. Andando, in questo modo, anche ad infrangere le indicazioni della Corte di Giustizia Europea e quelle espresse poche settimane fa dalla Corte Costituzionale, che ha decretato illegittime le supplenze reiterate. Dando, tra l’altro, il via libera ai risarcimenti, Ata compresi”. 

“Per questi motivi chi amministra la scuola italiana deve cogliere l’occasione al volo: trovare una collocazione idonea a decine di migliaia di docenti trasferiti al momento anche a mille chilometri da casa, loro malgrado. E, nel contempo, aprire le porte a quei docenti abilitati e idonei all’insegnamento, che per anni e anni – conclude il sindacalista – hanno formato le nostre generazioni più giovani. Pure in modo egregio”.

Anief ricorda ai tanti precari interessati che dopo 36 mesi di servizio svolto, anche non continuativo, il docente può legittimamente chiedere il debito risarcimento, oltre al pagamento delle mensilità estive e degli scatti di anzianità professionale. E sempre più giudici stanno dando ragione ai ricorrenti, dando ordine di corrispondere cospicue somme risarcitorie. È ancora possibile aderire ai ricorsi per la stabilizzazione del personale che ha svolto oltre tre anni di supplenze, per il recupero degli scatti di anzianità, delle ferie non godute e molti altri diritti negati dall’Amministrazione (cliccare qui).
Inoltre, Anief invita i docenti danneggiati a chiedere alla propria scuola di servizio il riconoscimento della natura del posto occupato, presentando l’istanza di accesso agli atti predisposta dal sindacato (clicca qui per scaricarla). Nel caso di conferma della natura vacante e disponibile del posto (o in caso di mancata risposta entro il termine di legge di 30 giorni), qualora il Miur non avesse ancora autorizzato la proroga del termine al 31 agosto, gli interessati potranno ricorrere per chiedere l’estensione del contratto aderendo al ricorso disponibile a questo link.

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