Mobilità: chi si lamenta del trasferimento oggi non ha letto le regole della legge 107? Lettera
Salve, sono un insegnante della scuola primaria e ho deciso di scrivere in quanto, negli ultimi giorni, sto leggendo delle cose a dir poco assurde. Leggo di persone che chiedono, a seguito del trasferimento al nord, di avere buoni pasto, biglietti aerei e quant'altro. Adesso vorrei scrivere due righe sulla mia personale odissea.
Salve, sono un insegnante della scuola primaria e ho deciso di scrivere in quanto, negli ultimi giorni, sto leggendo delle cose a dir poco assurde. Leggo di persone che chiedono, a seguito del trasferimento al nord, di avere buoni pasto, biglietti aerei e quant'altro. Adesso vorrei scrivere due righe sulla mia personale odissea.
Undici anni fa, a seguito di una chiamata nel cuore del pomeriggio, ho dovuto decidere di accettare una supplenza a Bergamo. In pochi minuti ho preparato i miei bagagli e, in altrettanti, mi sono recato in stazione per prendere il primo treno disponibile, prima per Roma, poi per Milano infine per Bergamo. Arrivato lí, ho dovuto cercare una sistemazione momentanea per poter trascorrere le prime notti. Il giorno dopo ero già a scuola pronto a dare il mio contributo. Dopo qualche giorno sono riuscito a trovare una casa in affitto.
Ho iniziato a lavorare a dicembre e il primo stipendio (di 700 euro) l'ho avuto nel mese di marzo seguito da conguaglio nel mese di aprile. Non sto qui a dire i soldi spesi e ANTICIPATI tra affitto, abbonamenti a pullman, treni e ovviamente anche quelli spesi per mangiare.
Il successivo anno scolastico mi sono iscritto all'Università di Roma per acquisire l'abilitazione e per tre anni ho sostenuto anche le tasse universitarie, ho acquistato i testi per poter dare gli esami e soprattutto sono stato costretto a scendere almeno una volta al mese a Roma per seguire il tirocinio. Tutto rigorosamente a spese mie.
Oggi leggo che i neoimmessi in ruolo chiedono i buoni pasti e sconti su viaggi aerei e resto decisamente allibito. Premetto che potrei essere d'accordo con loro in quanto non si capisce perché per alcuni lavori ci siano agevolazioni e per altri no quando ti mandano in trasferta.
Comunque la mia domanda è: "Quando avete firmato il contratto, non avete letto che avreste potuto essere trasferiti in tutta Italia? Avete preso il ruolo senza spendere un centesimo per acquisire l'abilitazione e adesso quasi vi lamentate".
C'è una soluzione a tutto questo: "rinunciare al lavoro". Non siete stati mica obbligati ad accettarlo. E non mi si dica che io ho fatto volutamente la domanda a Bergamo perché voi, di contro, avete firmato volutamente l'immissione in ruolo.
Sappiate, infine, che la mia non è una situazione isolata, migliaia di insegnanti hanno fatto il mio stesso iter. Vi dico, inoltre, che noi, nonostante gli immensi sacrifici, dopo essere entrati in ruolo, siamo stati obbligati a restare nella stessa provincia per almeno 3 anni prima di poter fare la prima domanda di trasferimento mentre tutti quelli che sono entrati in ruolo dopo di voi, non si capisce come, sono rimasti nella stessa provincia di appartenenza, infatti QUEST'ANNO, con una domanda provinciale (cioè prima di quella mia e di migliaia di altre persone che come me sono sbattute in tutta Italia da anni) hanno mantenuto i posti facendo rischiare a noi di non ritornare nella provincia di residenza.
Non è una guerra tra poveri, è la dura realtà dei fatti che comprendono questo lavoro è stipendi da fame. Distinti saluti.
Andrea Mazzarella