Miopia infantile, un problema sanitario esteso per i bimbi. L’esperta: “Danno evidente, prima dei 3 anni niente schermi”

In un’epoca dove la tecnologia permea ogni aspetto della vita quotidiana, il concetto di “bambini digitali” emerge come un fenomeno in rapida crescita.
Questa generazione, a differenza dei loro predecessori, nasce con una familiarità innata con le tecnologie digitali, come l’utilizzo dei dispositivi touch. Tuttavia, ciò che sembra essere un vantaggio ha le sue sfide e rischi, come discusso in un’intervista recente su Il Tirreno con la pedagogista Pamela Filippi.
Filippi, nota per aver lanciato un progetto innovativo a Rosignano, mira a rispondere alle esigenze dei bambini nati nell’era digitale. Il nome del progetto, “Babbo guardami, mamma guardami”, è un appello ai genitori per distogliere l’attenzione dai loro schermi e concentrarsi sulle relazioni familiari. Questo approccio sottolinea l’importanza della presenza e dell’interazione familiare nella vita dei bambini.
Secondo Filippi, pedagogisti e psicologi osservano difficoltà crescenti nelle nuove generazioni nel gestire l’errore, la concentrazione e l’affrontare problemi con strategie di problem solving. Tali problemi sono collegati all’uso eccessivo degli schermi, che limitano le esperienze concrete e l’utilizzo di tutti i sensi.
Un aspetto allarmante riguarda l’utilizzo precoce degli schermi. Filippi evidenzia che un’esposizione precoce e prolungata agli schermi può portare a vari problemi, compresa la miopia infantile, un fenomeno in aumento in paesi come Singapore. L’età, il tempo di esposizione e i contenuti sono fattori cruciali nel determinare l’impatto degli schermi sui bambini.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di non esporre i bambini agli schermi prima dei 3 anni, con limiti di tempo e contenuti specifici. Filippi suggerisce un percorso di “nutrizione digitale” per bambini dai 6 anni in poi, enfatizzando l’importanza della supervisione e della relazione nell’uso delle tecnologie.
Filippi conclude con un consiglio ai genitori: leggere ai bambini fin dalla gravidanza e introdurli precocemente ai libri, fondamentali per lo sviluppo del legame affettivo ed educativo.