Ministro Giannini e chiamata diretta dei docenti. Malpezzi del PD, “non è la posizione del Partito Democratico”
red – Precari milanesi davanti alla sede del Partito Democratico di Milano, sulle dichiarazioni della Giannini relativamente ad un sistema di reclutamento che veda la possibilità per le scuole di scegliere i propri docenti.
red – Precari milanesi davanti alla sede del Partito Democratico di Milano, sulle dichiarazioni della Giannini relativamente ad un sistema di reclutamento che veda la possibilità per le scuole di scegliere i propri docenti.
Le dichiarazioni lette dai docenti precari all’On Malpezzi del Partito Democratico, che è scesa in strada per interloquire con i docenti precari che manifestavano il proprio dissenso, rilasciate alla stampa dalla Giannini sono le seguenti: "nella scuola bisogna insistere su una maggiore responsabilità da parte dei singoli istituti scolastici e delle reti di cui fanno parte e ciò significa poter scegliere anche i propri insegnanti da parte dei Dirigenti scolastici".
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Parole che lasciano poco spazio alla fantasia o all’interpretazione. Poco chiaro, invece, il periodo in cui sono state rilasciate le seguenti affermazioni, se prima o dopo la sua investitura a Ministro.
Poco importa, dal momento che subito dopo la sua nomina ha rilasciato alla stampa dichiarazioni che vanno nella stessa direzione.
La Malpezzi, ex insegnante ed attuale membro della VII Commissione cultura, ha voluto chiarire: "la chiamata diretta non è all’interno del programma del Partito Democratico … nella compagine Ministeriale i Ministri rappresentano il Governo che non è un Governo monocolore."
Vedremo quando la Giannini riferirà in VII Commissione sul suo programma di Governo, se tale punto sarà tra quelli da perseguire o meno.
Certo è che nel turbinio di dichiarazioni rilasciate dall’attuale Ministro, appare chiaro, manca un reale confronto con i partiti alleati (forse non si è avuto il tempo, nell’incombenza di barattare il Ministero dell’istruzione con l’appoggio politico necessario da parte di Scelta Civica) e soprattutto si patisce il ritardo con il quale il Ministro presenterà il programma in Parlamento. Forse sarebbe stata necessaria una maggiore accortezza.