Ministro Azzolina, modifichi blocco mobilità e assegnazioni provvisorie. Lettera

Lettera aperta al neo Ministro Azzolina da parte del Comitato nazionale docenti abilitati.
Cara Lucia Azzolina, Caro Ministro, in seguito al Suo recentissimo post: “Voglio ringraziare tutti coloro che in queste ore mi stanno scrivendo privatamente e pubblicamente per farmi gli auguri di buon lavoro, ma anche e soprattutto per mandare i loro suggerimenti per il mondo della scuola”, l’associazione CNDA, felice di questa Sua disponibilità all’ascolto, Le ricorda nuovamente le criticità e le ingiustizie, che i partecipanti al concorso 2018 ed inseriti nelle relative GMR hanno subito e continuano a subire DAL PRECEDENTE E DALL’ATTUALE GOVERNO a causa degli ultimi provvedimenti, ossia la legge 145 del 2018 (legge di bilancio 2019) e l’ultimo decreto 126 appena convertito in legge, in favore del quale Lei si è moltissimo spesa.
Vediamole con ordine:
a) Avete deciso ed imposto un blocco di permanenza di cinque anni su stessa scuola e su stessa cdc, senza possibilità di mobilità, assegnazione provvisoria e utilizzazione, cambiando le regole in corsa, dal momento che nel bando del concorso 2018 tale blocco non esisteva.
b) Avete deciso di diminuire le percentuali destinate alle immissioni in ruolo dal 60 al 50% e aumentato le percentuali destinate alla mobilità che sono passate dal 40 al 50%.
c) Avete deciso l’aggiornamento delle Gae, permettendo l’inserimento di migliaia di ulteriori docenti precedentemente depennati, oltre a tanti altri inserimenti con riserva.
d) Avete deciso di prorogare le gm idonei di ben due anni di fatto “cannibalizzando” i posti che altrimenti, se le GM 2016 fossero scadute dopo i tre anni previsti come per legge, sarebbero andati alle GMR.
e) Ricordiamo inoltre le criticità e le lungaggini emerse nel corso della procedura concorsuale che ci hanno fatto perdere il contingente del 100% delle assunzioni che, in base al dl 59/2017, ci spettava per il 2018, perché quasi tutte le GMR non erano pronte.
Tutte queste azioni HANNO enormemente sminuito e snaturato il nostro concorso e le nostre graduatorie e TOLTO A NOI enormi chances in favore di altre categorie. Non siamo per la guerra dei poveri, MA CREDIAMO DI MERITARE ANCHE NOI RISPETTO E CONSIDERAZIONE.
ABBIAMO CHIESTO E CHIEDIAMO ANCORA, QUINDI, DELLE MODIFICHE URGENTI VOLTE AD ELIMINARE, ALMENO IN PARTE, TALI INGIUSTIZIE, ANCHE PER EVITARE L’ULTERIORE RICORSO A CONTENZIOSI CHE INEVITABILMENTE SI APRIREBBERO.
1) UN PRIMO PUNTO CHE ABBIAMO CHIESTO E CHIEDIAMO CON FORZA DI MODIFICARE PERCHÉ CREA DISPARITÀ, INGIUSTIZIE E GRAVI DISEGUAGLIANZE ALL’INTERNO DELLA STESSA CATEGORIA DI PARTECIPANTI AL CONCORSO 2018, È IL BLOCCO DELLA MOBILITÀ E DELLE ASSEGNAZIONI PROVVISORIE.
Occorre ricordare infatti, Ministro Azzolina, come Lei sa bene, che tale blocco NON esisteva nel momento di iscrizione al nostro concorso. Esso è stato imposto successivamente cambiando in modo assolutamente scorretto le regole in corsa.
A RENDERE PERALTRO TUTTO PIÙ ASSURDO E SURREALE C’È IL FATTO CHE, TALE BLOCCO VALE SOLO PER ALCUNI DEI PARTECIPANTI AL CONCORSO MA NON PER ALTRI: RIGUARDA INFATTI SOLO COLORO CHE SONO STATI CHIAMATI in ruolo nel 2019 MENTRE NON VALE PER I COLLEGHI DEL 2018. I docenti del 2019, quindi, oltre al danno di essere avviati all’anno di prova più tardi, perché magari le commissioni hanno tardato a formarsi o a pubblicare le relative GMR, devono subire anche lo sfregio e la beffa del blocco di cinque anni.
Insomma avete creato Figli e figliastri.
Ricordiamo che la scelta della regione (la più delicata e importante delle scelte al momento dell’iscrizione) è stata effettuata con le regole del bando allora vigenti e sulle quali ognuno di noi partecipanti ha immaginato e costruito un proprio progetto di vita. Il cambio in corsa delle regole manda in frantumi tale progetto. La regione dove espletare il concorso è stata infatti dettata anche dalla possibilità di fruire della mobilità e dell’assegnazione provvisoria per avvicinarsi alla propria famiglia, possibilità che all’epoca dell’iscrizione al concorso era concessa. Non si possono cambiare le regole in corsa e, con la pretesa di difendere il diritto dei ragazzi alla continuità didattica, CALPESTARE un altro sacrosanto diritto: quello dei docenti di potersi spostare e vivere serenamente vicino ai propri figli, ai propri genitori, ai propri affetti. Ci chiediamo e Le chiediamo cosa può offrire un insegnante frustrato che si trova lontano da casa. Come può una madre educare i propri studenti, mentre le viene negato di fare altrettanto con i propri figli perché lontani. Altro che entusiasmo e motivazione, probabilmente rabbia e frustrazione guideranno il suo operato. Molti di noi hanno un’età media vicina ai 50 anni e, se costretti a stare lontano dal luogo di residenza per tanti anni, saranno obbligati a rinunciare al ruolo e alla scuola. Come in molti casi è già successo!
In pratica con questo blocco la nostra vita è affidata ad una sorta di roulette russa: se ti va bene capiti in una scuola raggiungibile giornalmente e puoi continuare a lavorare. Se invece ti va male e ti mandano a 300/400 km da casa e ci devi stare minimo 5 anni allora devi cambiare mestiere.
Peraltro ci sono Regioni come Lombardia e Puglia la cui distanza tra una provincia e l’altra è anche maggiore ai 400 km). Si crea l’assurda situazione che un docente di Lecce, ad esempio nell’anno 2019, sia mandato a Foggia (perché non ci sono posti a Lecce) e che nell’anno successivo 2020 un docente di Foggia sulla stessa cdc sia mandato a Lecce (perché non ci sono posti a Foggia) e che entrambi debbano rimanere bloccati per 5 anni quando invece si potrebbero semplicemente scambiare i posti e permettere a entrambi una vita dignitosa, mantenendo peraltro inalterato il contingente regionale.
Dietro a tutto ciò, caro Ministro, ci sono padri e madri a cui viene di fatto distrutta la vita familiare.
E il diritto alla continuità didattica, lo ribadiamo, non può valere di più del diritto alla mobilità, fondamentale per avere un docente sereno.
Serve ragionevolezza e buon senso quando vengono cambiate in corsa norme così delicate e decisive per la vita dei lavoratori. Tale blocco, può essere eventualmente rivolto ai partecipanti ai nuovi concorsi, perché in questo caso conoscono le regole del gioco prima di spostarsi e possono decidere con serenità se accettarle o meno, ma tutto ciò non può essere imposto a cinquantenni che avevano regole diverse.
Noi chiediamo semplicemente che venga ristabilita la parità di trattamento e il ripristino delle regole vigenti al momento dell’iscrizione al concorso.
Caro Ministro, come è stato per la regola di quota 100, a garanzia della quale il movimento 5 stelle ha saputo imporsi sulla coalizione del nuovo governo per non modificarla e per non cambiare le regole in corsa, così noi Le chiediamo semplicemente che venga ripristinata la parità di trattamento per i partecipanti allo stesso concorso. E quindi, per coloro che fanno parte delle GMR 2018, il ripristino delle regole vigenti al momento dell’iscrizione.
2) UN SECONDO PUNTO CHE CHIEDIAMO È LA PROROGA DI UN ANNO DELLA PERCENTUALE DEI POSTI RISERVATI ALLO SCORRIMENTO DELLE GMR.
Rivediamo perché:
a) Innanzitutto le criticità e le lungaggini emerse durante la procedura concorsuale ci hanno fatto perdere il contingente del 100% delle assunzioni a noi riservato per il 2018 con una enorme perdita di chance.
b) Le percentuali destinate alla mobilità sono passate nel frattempo dal 40 al 50% mentre quelle destinate alle immissioni in ruolo sono diminuite dal 60 al 50%.
c) L’aggiornamento delle GAE ha visto l’inserimento di migliaia di ulteriori docenti anche con riserva.
d) Infine il prolungamento delle GM del concorso 2016 che consente agli idonei di accedere al ruolo usufruendo dei posti che altrimenti, se le GM 2016 fossero scadute dopo i tre anni previsti dalla legge, sarebbero andati a noi delle GMR. Noi non vogliamo creare guerre tra poveri ma ancora una volta cambiano le regole in corsa a nostro svantaggio ed in favore di altre categorie. Appare chiaro pertanto come risulti necessario un provvedimento di proroga di almeno un anno del contingente del 100% riservato alle nostre GMR (per l’anno 2020/21).
3) ALTRO PUNTO CHE CHIEDIAMO È LA NON CANCELLAZIONE DA TUTTE LE ALTRE GRADUATORIE.
È stata introdotta, infatti, la cancellazione, al momento dell’immissione in ruolo, da ogni altra graduatoria di merito, di istituto o a esaurimento, nella quale si è iscritti […]”.
Tale norma, al contrario di quanto avveniva per i precedenti concorsi, è aberrante nella sua logica perché punisce chi ha fatto più sacrifici per formarsi, conseguire abilitazioni in più cdc e per partecipare a più procedure concorsuali (e quindi, legittimamente, inserirsi in più graduatorie).
Permanere nelle altre graduatorie permette infatti di agire sostanzialmente due diritti:
1. Avvicinarsi alla famiglia nel caso in cui lo scorrimento dell’altra graduatoria riguarda posti più vicini rispetto a quelli della prima chiamata.
2. Magari andare a insegnare su una materia che si reputa più vicina alla propria inclinazione e sensibilità. Come del resto è sempre avvenuto prima per coloro che sono entrati in ruolo con tutte le precedenti procedure concorsuali.
Appare chiaro, quindi, come la CANCELLAZIONE DA TUTTE LE ALTRE GRADUATORIE sia un provvedimento sbagliato perchè vanifica tutti i sacrifici fatti per formarsi e migliorarsi e punisce ingiustamente i più volenterosi e meritevoli.
Tali punti, di buon senso e a costo zero, sono fondamentali, caro Ministro, per restituire un po’ di giustizia ed equità alla nostra categoria anche al fine di evitare contenziosi che necessariamente, a causa delle disparità di trattamento evidenziate, si potranno aprire.