Ministero-sindacati: dopo la mobilità si apre una frattura. Problemi anche con le Gps. E il 1° febbraio inizia la partita per il rinnovo contrattuale

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Se con lo sciopero di dicembre si era ingrossata la tensione, dopo l’ultimo incontro sul contratto della mobilità, sembra essersi aperta una frattura fra le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda degli Insegnanti e il Ministero dell’Istruzione.

Infatti le quattro sigle si sono definitivamente staccate dalla Cisl Scuola, l’unico sindacato che ha firmato l’ipotesi di contratto sui trasferimenti.

“Il Ministero ha rifiutato di proseguire la trattativa sul testo che mostra parecchie criticità e ha imposto un prendere o lasciare immediato che ha reso impossibile la firma da parte di FLC CGIL, UIL Scuola, Snals e Gilda”, così i sindacati in una nota spiegano il motivo della mancata firma al contratto.

Anche se Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals non hanno firmato, si sono comunque ancora disponibili a riprendere la trattativa, se le questioni poste saranno prese in considerazione.

Ma l’amarezza è tanta. Oggi la Flc Cgil ha rincarato la dose, spiegando che è stato presentato un testo che per l’Amministrazione era “prendere o lasciare”, non negoziabile nei contenuti, sul quale erano possibili limitati aggiustamenti“.

E ancora: “mai i sindacati della scuola avevano sottoscritto un contratto che non contenesse aspetti migliorativi rispetto al passato, neanche in presenza di pesanti ingerenze che ci sono state in passato, come con la cosiddetta legge sulla buona scuola (L. 107/15)“.

Quantomeno – insiste la Flc Cgil, che ha annunciato di impugnare il CCNIun nuovo contratto dovrebbe garantire gli stessi diritti ed opportunità dei precedenti. In questo caso, al contrario (come si può desumere dal quadro delle novità sopra esposto), gli aspetti migliorativi sono limitatissimi (in realtà solo uno, e solo in parte e con beffa differita) e riguardano una importante ma numericamente minoritaria platea di interessati mentre sono tanti, troppi, gli aspetti peggiorativi rispetto al contratto in vigore per il triennio precedente, che vanno ad incidere sull’intera platea degli aspiranti“.

Anche la Uil Scuola, torna sulla questione: “Inserendo nel contratto sulla mobilità che si sta negoziando ora, per il prossimo anno, quanto previsto dal Sostegni bis, anche quei posti (stiamo parlando di circa 20 mila posti utili per trasferirsi) sono stati cancellati. Il concorso non è stato bandito, la mobilità è in atto, ma i posti restano congelati ad libitum. Bella idea, proprio nell’anno scolastico, in cui è previsto che tutti potranno muoversi. È un contratto/non-contratto burocratico – riflette il segretario generale Pino Turi che non possiamo certo firmare”.

Ma quello che lascia molti dubbi è il clima in cui si affronteranno le prossime questioni scolastiche fra amministrazione e organizzazioni sindacali.

Aggiornamento Gps: nuovo braccio di ferro

Già avviato il confronto sull’aggiornamento delle graduatorie provinciali delle supplenze, che già sembra risentire dei nervi tesi fra le parti: dopo una tiepida apertura nel corso dell’incontro del 27 gennaio, all’incontro del 28 gennaio la situazione sembra ancora contraddistinta dalla distanza fra le parti: i sindacati avevano chiesto chiaramente di procedere con l’aggiornamento quest’anno, come previsto, mentre invece, al termine dell’ultimo incontro, i sindacati hanno constatato come ancora il testo contenga il rinvio della loro costituzione all’anno scolastico 2023/24. 

Un rinvio che non piace tanto ai sindacati quanto alla politica: “No a rinvii! L’aggiornamento delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) è un diritto assoluto dei docenti; va perciò rispettato. I giorni scorsi ho avuto modo di discutere con ministro e vertici sindacali quella che appare come l’unica strada percorribile”, dice Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega.

Il 1° febbraio si parte per il rinnovo del contratto scuola

Ma c’è un altro appuntamento, molto importante, che rischia di risentire del clima rovente fra Ministero dell’Istruzione e sindacati: il rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Finalmente, dopo mesi di attesa, è arrivata per il 1° febbraio la convocazione per discutere dell’atto di indirizzo per rinnovare il CCNL scuola. Parliamo di una trattativa diversa e consistente nei contenuti ma è innegabile che la tensione fra le parti sarà protagonista di questo importante appuntamento.

Lo sa bene Elvira Serafini, segretaria dello Snals Confsal, che da un lato saluta positivamente la convocazione, dato che “l’assenza dell’atto d’indirizzo per la scuola blocca l’avvio della contrattazione all’Aran per tutto il Comparto Istruzione e Ricerca, bloccando di fatto anche gli altri settori dell’Università e dell’Afam”. Dall’altro promette battaglia: “Al Ministro dovranno essere poste questioni retributive e normative. In primo luogo, il sindacato porrà il tema delle ulteriori risorse da recepire perché le previsioni attuali portano ad aumenti retributivi decisamente insufficienti, anche alla luce dell’aumento dell’inflazione e dei rincari dei costi dell’energia”.

La Cisl Scuola, per bocca della segretaria Maddalena Gissi, dice a proposito della convocazione del 1° febbraio: “attendiamo di vedere se e quanto si sarà tenuto conto dei temi più volte indicati come prioritari dalla CISL Scuola: fra tutti, una forte valorizzazione di tutte le professionalità anche come riconoscimento del lavoro svolto nel corso dell’emergenza pandemica“.

È chiaro che le risorse a disposizione – prosegue Gissi – non sono sufficienti a raggiungere pienamente l’obiettivo di una perequazione fra il trattamento economico del personale scolastico e quello mediamente riconosciuto, per tutti i profili, in altri settori della Pubblica Amministrazione. Ma ci sono squilibri retributivi che vanno recuperati, perché assolutamente inaccettabili, dunque occorre esplorare altri possibili percorsi attraverso i quali implementare l’attuale dotazione di risorse“.

E se consideriamo in prospettiva il tema del reclutamento, che assumerà nel corso del 2022 un’importanza crescente e coinvolgerà senza dubbio ancora entrambe le parti, è chiaro che bisogna valutare l’entità della frattura fra amministrazione e i sindacati Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda.

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