Mika, “non sapevo leggere né scrivere. Poi ho scoperto di essere dislessico”. Testimonianze di persone famose e la necessità di una diagnosi precoce

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Da piccolo mi hanno cacciato da scuola: non sapevo leggere né scrivere”, ha raccontato il cantante Mika in una intervista al Corriere. L’esperienza, vissuta nel Regno Unito durante l’infanzia, è emblematica delle difficoltà incontrate da molti studenti con disturbi dell’apprendimento. Il percorso di Mika ha poi rivelato una diagnosi di dislessia, evidenziando quanto la mancanza di strumenti e comprensione da parte del sistema scolastico possa incidere sullo sviluppo personale e scolastico.

Testimonianze e riflessioni sulla neurodivergenza

Anche la conduttrice Andrea Delogu ha condiviso la sua esperienza con i disturbi dell’apprendimento, rivelando di aver scoperto la sua dislessia e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) solo dopo il diploma, intorno ai vent’anni. Ha dichiarato: “Pensavo di essere stupida, ma sentivo che il mio cervello funzionava. Solo in un modo diverso” . Delogu ha sottolineato l’importanza del supporto ricevuto dai suoi insegnanti, affermando: “I miei prof mi hanno cambiato la vita. Senza di loro non ce l’avrei fatta. Loro sono veramente più del 50% di quello che impariamo in quegli anni” .

Disturbi Specifici dell’Apprendimento, manca uniformità nelle diagnosi

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) includono condizioni che compromettono la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR) relativi all’anno scolastico 2021/22, circa il 5,4% degli studenti italiani ha ricevuto una certificazione DSA, con una maggiore incidenza nella scuola secondaria di primo grado.

L’Associazione Italiana Dislessia (AID) ha analizzato i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, evidenziando una forte disomogeneità territoriale nelle certificazioni DSA. Nel 2022/2023, gli studenti con diagnosi di DSA erano 354.569, pari al 6% della popolazione scolastica. Tuttavia, le percentuali variano significativamente tra le regioni: Nord Ovest (7,9%), Nord Est (6,7%), Centro (6,1%), Sud (2,8%). Queste differenze sollevano dubbi sull’equità del sistema di diagnosi in tutto il Paese . (DSA a scuola: “Dai dati del Ministero non risulta boom di …)

L’importanza della diagnosi precoce

Una diagnosi tempestiva è fondamentale per sviluppare percorsi personalizzati che favoriscano l’autonomia e la partecipazione attiva dello studente. Il Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sottolinea come il riconoscimento precoce delle difficoltà, già a partire dalla scuola dell’infanzia, possa migliorare significativamente gli esiti scolastici. Tra le pratiche suggerite:

  • attività di screening linguistico a 5 anni;
  • collaborazione tra insegnanti, logopedisti e neuropsichiatri infantili;
  • utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative.

Il ruolo delle istituzioni scolastiche

La scuola ha il compito di garantire il diritto all’istruzione attraverso l’inclusione. La Legge 170/2010 e le Linee guida ministeriali definiscono strumenti e percorsi didattici adeguati, tra cui:

  • redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP);
  • adozione di strategie didattiche inclusive;
  • formazione specifica per i docenti.

Tuttavia, l’attuazione concreta di queste norme presenta ancora disomogeneità sul territorio nazionale, con differenze legate a risorse, competenze e supporto da parte degli enti locali.

Approcci innovativi e strumenti compensativi

Recenti studi hanno esplorato l’uso di videogiochi d’azione come strumento per migliorare la percezione dei fonemi nei bambini a rischio di dislessia. Una ricerca condotta da un team internazionale di ricercatori coordinati dalle Università di Bergamo e Padova ha coinvolto 120 bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Dopo 20 sessioni da 45 minuti di gioco con un videogioco d’azione, i disturbi nella percezione dei fonemi sono stati completamente annullati nella maggior parte dei bambini. I risultati suggeriscono che l’esperienza ludica, allenando l’attenzione, possa migliorare anche la velocità di elaborazione del linguaggio, alla base delle future abilità di lettura . (I videogiochi d’azione risolvono il disturbo del linguaggio di bimbi a …)

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