Migliaia di segreterie in ginocchio: mancano gli amministrativi. Pacifico (Anief): pesano i tagli di 50mila Ata e la mancata conferma degli organici aggiuntivi, anche i numeri di Cassese sui troppi docenti non convincono

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Sulla scuola i nodi mai sciolti stanno venendo al pettine. Le blande modifiche apportate alla Camera sul disegno di legge del decreto 31 maggio 2024, n. 71 – che non hanno tenuto conto delle decine di emendamenti al DL suggeriti da Anief e riproposti in audizione in VII commissione lo scorso 18 giugno – stanno producendo gli effetti disastrosi previsti dallo stesso sindacato autonomo: il primo è quello della mancanza di personale nelle segreterie con disservizi a catena. Oltre al mancato supporto ai progetti collegati al Pnrr, gli uffici amministrativi delle scuole stanno soffrendo per la scarsità di risorse umane per la complessa gestione delle graduatorie di terza fascia e GPS. In queste ore la stampa specializzata inquadra la questione sostenendo che si sta andando verso “una estate bollente per le segreterie scolastiche con pochi amministrativi”. Sabino Cassese, ministro della Funzione pubblica del governo Ciampi e giudice della Corte costituzionale, sul Foglio arriva a parlare di “mito delle classi pollaio”, addirittura perché nel 2014/15 i docenti italiani erano 788mila, mentre otto anni dopo sono arrivati a quasi 944mila.

“Sugli organici della scuola – commenta oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci siamo espressi tante volte e adesso siamo costretti a ripeterlo: sulla quantità di personale scolastico pesa tantissimo la presenza di oltre 200mila docenti di sostegno, la metà dei quali addirittura precari e in alto numero pure senza specializzazione. Siccome si tratta di una categoria di docenti in continuo aumento, per via dell’incremento di iscritti con disabilità, le loro cattedre andrebbero scorporate del conteggio che determina il rapporto tra docenti curricolari e numero di alunni complessivi. Inoltre, sarebbe da ricordare a chi la scuola la conosce solo attraverso i numeri che con l’autonomia scolastica le competenze e i carichi di lavoro assegnati ad ogni docente sono praticamente triplicati, portando molti insegnanti a svolgere attività al di fuori delle classi e quindi anche costoro andrebbero esclusi dal conteggio che porta alla media”.

“Per quanto riguarda, invece, il personale Ata e le segreterie scolastiche ridotte ai minimi termini – continua il presidente nazionale Anief – ritengo che sia indispensabile ribadire che negli ultimi anni sono stati tagliati, per effetto della Legge 133/08, oltre 50mila posti. È stata una cancellazione di posti di lavoro, all’interno delle scuole, che hanno tagliato le gambe agli istituti, costringendo dirigenti scolastici e Dsga a fare i salti mortali per assicurare il migliore servizio possibile. Nell’ultimo periodo, poi, con il moltiplicarsi delle incombenze lavorative dovute alla gestione amministrativa dei progetti derivanti dal Pnrr, le cose sono ulteriormente peggiorate: per questo continuiamo a chiedere il ripristino dal 1° settembre degli oltre 6mila collaboratori scolastici aggiuntivi e licenziati a fine anno scolastico, più altre migliaia di assistenti amministrativi e tecnici: senza di loro le scuole sarebbero in ginocchio, non faremmo un buon servizio agli alunni, in particolare quelli a rischio abbandono scolastico a cui sono destinati i programmi. Ma nemmeno faremmo – conclude Pacifico – una bella figura con l’Unione europea che quei fondi li ha stanziati per avere risultati effettivi”.

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