“Mi ha creato un trauma”: la lettera di uno studente alla prof “bulla” divide il web

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Una lettera aperta, carica di rabbia e frustrazione, sta facendo discutere il web e mettendo in luce un tema spinoso: il rapporto a volte conflittuale tra studenti e insegnanti. A scriverla è un ragazzo di vent’anni, che ha deciso di condividere la sua esperienza negativa con una docente, accusandola di avergli causato un vero e proprio trauma psicologico.

“Ho finalmente ricevuto il diploma dopo tanta fatica e sudore”, esordisce il giovane, “ma lei mi è rimasta impressa durante questi due anni, e non in positivo”. Il ragazzo accusa l’insegnante di averlo ripetutamente umiliato e sminuito davanti alla classe, con urla, rimproveri e atteggiamenti sprezzanti.

“Avrei voluto che invece di accusarmi di non avere voglia, di essere un incompetente, mi prendesse da parte e mi rassicurasse”, continua lo studente, che racconta di aver sofferto di attacchi di panico e di essere dovuto ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta per superare il trauma subito.

La lettera si conclude con un appello accorato all’insegnante: “Cambi i suoi metodi, quel comportamento arrogante e provocatorio non fa altro che creare paura e insicurezza negli studenti. Provi a comunicare di più, a parlare ed empatizzare, e vedrà che i suoi alunni la seguiranno per ciò che dice e non per paura”.

La pubblicazione della lettera ha scatenato un’ondata di reazioni contrastanti. Molti utenti si sono schierati dalla parte del ragazzo, condividendo esperienze simili e denunciando la presenza di insegnanti “bulli” nelle scuole italiane. Altri, invece, hanno criticato la scelta di rendere pubblica la vicenda, invitando il giovane a un confronto privato con la docente.

Al di là delle posizioni individuali, la lettera dello studente solleva un tema importante: la necessità di un approccio più empatico e meno autoritario da parte degli insegnanti. In un’epoca in cui la sensibilità verso il benessere psicologico dei giovani è sempre maggiore, è fondamentale che la scuola sia un luogo di crescita e di apprendimento non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche emotivo e relazionale.

La speranza è che la lettera del ventenne possa essere un’occasione di riflessione per tutti gli insegnanti, chiamati a un ruolo sempre più delicato e complesso in una società in continua evoluzione.

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