Metodo finlandese adattato alla scuola italiana? “Pause di 15 minuti? Impossibile con la nostra utenza, manca rispetto per l’istruzione” e la “pizza finlandese non è all’altezza”

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Letto ed apprezzato la nostra intervista al Dirigente scolastico Cristiano Rossi che ci ha raccontato la sua esperienza in Finlandia, alla scoperta di un sistema scolastico che “a ragione o a torto”, viene considerato spesso come un punto di riferimento.

Dell’intervista, agli utenti social, hanno particolarmente interessato alcune peculiarità dell’organizzazione scolastica in Finlandia, come l’utilizzo di pause di 15 minuti durante l’ora di lezione, per alleggerire la concentrazione degli studenti e la sua strutturazione su un ciclo unico che va dai 7 ai 16 anni. Ricordiamo, inoltre, che negli ultimi anni di scuola gli studenti frequentano laboratori di tecnologia molto ben attrezzati, guidati da insegnanti esperti sia nella materia che nella pedagogia. In questi laboratori gli studenti imparano a costruire e progettare oggetti, e questo permette loro di superare gli stereotipi di genere e di sviluppare competenze in campo STEM.

In Finlandia, inoltre, non esiste lo stereotipo di genere riguardante l’economia domestica, gli studenti, anche maschi, imparano già dai 14-15 anni a gestire la casa, fare la spesa, cucinare e pulire, il che li prepara per una maggiore autonomia nella vita adulta. Inoltre, tutti gli studenti hanno accesso a dispositivi digitali come tablet e smartphone, che vengono utilizzati per sviluppare la creatività e la comunicazione. Questi aspetti sono stati molto apprezzati dal professor Rossi.

L’intervista ha scatenato numerosi commenti suo social. Un solo post sull’argomento ha collezionato più di 500 commenti, di vario genere: alcuni di critica, altri di apprezzamento, altri ancora un po’ ironici.

Molta enfasi risulta sulla problematica legata all’utenza e alla possibilità di importare il metodo finlandese. Maria, scettica, infatti commenta “Uh bello … Sarei felice di vedere come si comportano i ragazzi nelle aule relax… perché da noi l’aula stessa, alla fine delle lezioni, sembra una discarica. Noi forse dovremmo modernizzarci come scuola ma dovrebbe cambiare anche l’utenza e su questo ho forti dubbi.

Stessa idea quella di Antonio, con un commento un po’ estremo, “metteteci i bambini italiani in quelle scuole e vedrete che saranno capaci di rovinare anche il sistema finlandese!!

Giorgio, sulla questione dei 15 minuti di relax, ribalta la visione, “Veramente in un’ora facciamo 10 min di lezione; il resto è sperare che non si uccidano!

Clara, che ha visitato direttamente le scuole finlandesi, racconta la sua esperienza: “Ho visitato le scuole finlandesi diversi anni fa, funzionano bene ma è chiaro che sono tarate per un modello culturale e geografico territoriale, esportabile fino ad un certo punto. Innanzitutto la vita di uno studente si svolge totalmente a scuola, sorta di cittadella-campus. Tutto quello che concerne il percorso formativo, sportivo, hobbies, ecc. avviene tutto all’interno di queste scuole. Quando escono gli studenti tornano a casa e vi escono il giorno successivo. Essendo la Finlandia un paese molto freddo si può fare. Le scuole superiori sono calibrate per avviare gli studenti alla professione e quindi organizzate in simbiosi con ciò che si vorrà fare in futuro: ho visitato una sorta di istituto professionale a indirizzo Arredamento, direttamente collegato tramite un tunnel ad una fabbrica Ikea dove producevano solo sedie, sgabelli e sedute in genere. Settimana corta. Quanto di tutto questo è applicabile in Italia? Il clima ci consente di tenere a scuola i ragazzi dalle 8.00 alle 18.00 fino a maggio/ giugno, considerando anche che hanno un calendario scolastico diverso dal nostro, con vacanze invernali importanti da consentire la pratica agonistica degli sport invernali, come lo sci di fondo in particolare. Il modello finlandese, secondo me, non è applicabile ovunque, prendere esempio si, soprattutto per l’aspetto tecnologico nel quale sono veramente forti!

Elena suggerisce il modello australiano: “armadietto personale per lasciare i libri, piscina, campo sportivo e cavalli per motoria, strumenti musicali di ogni tipo, auditorium per l’orchestra e tante altre meraviglie… e soprattutto stipendi adeguati per tutti

Maria, è, a differenza di molti, ottimista, “I ragazzi sono sempre pronti alle novità e se credessimo di più in loro, tutti noi docenti, saremmo sorpresi positivamente. Siamo noi che siamo, troppo spesso, chiusi in ruoli da docenza degni di un paio di secoli fa, cariatidi senza più voglia di apprendere, sperimentare, stupirci, emozionarci.
Io tifo sempre per i ragazzi. Abbiamo solo da imparare da loro.
Questo giusto per rispondere ai soliti denigratori. Cambiate mestiere se non lo fate con amore.
Per quanto riguarda questo articolo, io ci metterei la firma, ma bisognerebbe cambiare almeno il 50% dei colleghi.

Infine, Antonella alla quale il metodo finlandese non piace “Nemmeno la pizza finlandese è all’altezza delle mie aspettative!

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