Mense scolastiche con farina di grillo o prodotti locali e magari biologici? Tema al centro di uno scontro politico e culturale. Facciamo il punto

Farina di grillo sdoganata dall’Europa, ma poco meno di un milione di italiani sarebbero disposti a provarla. Almeno al momento. Una novità culinaria, ma anche un conflitto culturale che deve fare i conti con una tradizione della cucina italiana che affonda le radici nella notte dei tempi e una resistenza psicologica non da poco che fa rabbrividire al solo pensiero di ingerire insetti saltellanti.
Uno scontro che si sposta anche nelle mense scolastiche, tra chi ritiene di adottare le nuove farine anche per i piatti dei giovani studenti e chi, invece, difende la dieta mediterranea.
Scontro che diventa anche politico, con la Lega che alza gli scudi contro i grilli e le locuste nel piatto, depositando una proposta di legge che vieta i prodotti a base di insetti nelle scuole e con Salvini che riempie le pagine social di selfie con contadini, mucche e trattori. E anche un bambino che mangia spaghetti: “Altro che grilli o altre schifezze, diamo da mangiare a ragazze e ragazzi i sani prodotti italiani coltivati dai nostri agricoltori e allevatori“.
Anche il deputato della Lega, Rossano Sasso, durante una intervento parlamentare ha dichiarato guerra alle farine prodotte con gli insetti: “Dinanzi alle scelte sempre più scellerate dell’Unione Europea, – ha detto – la Lega si impegna al fianco degli agricoltori e delle famiglie italiane contro i regolamenti della UE che consentono la commercializzazione dei prodotti a base di farina di insetti, grilli e locuste anche in Italia”.
Così, mentre in Parlamento si guerreggia a suon di disegni di legge, nelle scuole si cerca di diffondere la cultura del cibo vegetale, locale e bio.
È il caso dell’iniziativa “Green Food Week“, un evento che si propone di rivoluzionare le abitudini alimentari nelle mense scolastiche, universitarie e aziendali, promuovendo un’alimentazione che rispetti l’ambiente.
Una iniziativa che segue le raccomandazioni della comunità scientifica internazionale e che vede nei legumi (non nelle mucche di Salvini e non negli insetti dell’Europa) un elemento chiave per una dieta sostenibile, capace di ridurre significativamente le emissioni di gas serra, nonché il consumo di acqua e suolo.
Così, l’8 febbraio ha visto la partecipazione di scuole da tutta Italia, con le mense che hanno offerto piatti ricchi di legumi e verdure stagionali, incoraggiando anche l’uso di cereali meno conosciuti come il miglio.
Le mense scolastiche al centro, quindi, tra chi difende i prodotti derivati dagli insetti, chi richiama alla tradizione culinaria mediterranea fatta anche di prodotti animali e chi, invece, punta a una innovazione sostenibile, ma senza disturbare più di tanto grilli e bovini.