Meno DAD per tutti, ma bambini isolati a casa senza didattica: le nuove regole sulla quarantena mettono ancora scuole e famiglie nel caos. Alcuni casi segnalati, inviaci il tuo

Nuove regole per la quarantena in caso di positività accertata in vigore dal 5 febbraio 2022: i primi effetti si vedono già, e sembrano non essere quelli sperati. Cosa non funziona: la DAD è un diritto oppure no? E di chi? Il bambino positivo e in buona salute ha diritto a partecipare alle lezioni da casa? E il bambino non positivo, in buona salute, ma contatto stretto di un positivo accertato fuori dal contesto scolastico? Il caos nelle scuole.
Meno DAD per tutti: isolati a casa?
Riportiamo alcune delle email ricevute da parte dei genitori in seguito all’entrata in vigore, dal 5 febbraio 2022, del nuovo provvedimento di gestione dei casi di positività in ogni grado di scuola. UNA SCHEDA DI LETTURA
Il Decreto del 2 febbraio 2022 nasce dall’esigenza di assicurare quanto più possibile la didattica in presenza, principio al quale il Ministero Bianchi ha tenuto fede per quest’anno scolastico 2021/22, caratterizzato da una diversa evoluzione dell’emergenza sanitaria, dall’impatto della vaccinazione di massa, nonché dall’obbligo per il personale scolastico a decorrere dal 15 dicembre 2022.
Per questo motivo è stato aumentato – per infanzia e primaria – il numero di casi positivi al SARS – COV2 contemporanei che fanno scattare le attività a distanza. E quest’ultime vengono riservate agli alunni non vaccinati o con ciclo vaccinale incompleto.
Quindi, in generale, dovrebbe diminuire il ricorso alla DAD (tutta la classe a distanza) o alla DDI (didattica digitale integrata) perché con una situazione epidemiologica migliore arrivare a cinque casi contemporaneamente in una classe della scuola primaria dovrebbe essere difficile, anche se oggi queste situazioni esistono ancora.
E tuttavia, guardiamo la situazione anche da un altro punto di vista, ossia quello in cui la DAD per il bambino a casa viene negata perché tra le pieghe del provvedimento si legge “meno DAD per tutti”.
1° caso
Bambino in quarantena per contatto stretto con positivo esterno al contesto scolastico: per la scuola non ha diritto alla DAD
Bambino di scuola primaria, non vaccinato (o vaccinato da meno di quattordici giorni), si trova in quarantena in quanto contatto di stretto di un caso positivo avvenuto al di fuori del contesto scolastico. La scuola nega il diritto alla DAD. Il bambino trascorrerà cinque giorni a casa senza contatto per attività didattiche sincrone.
2° caso
Bambino seconda primaria, non vaccinato risultato positivo al covid 19: la scuola non attiva la DAD “perché le nuove disposizioni ministeriali prevedono la DAD solo per non vaccinati quando ci siano almeno 5 casi di positività”
3° caso (inverso ai precedenti)
Studente over 12 con seconda dose di vaccino da più di 120 giorni: per il Ministero dell’istruzione risulta “non vaccinato” e quindi va in DAD nel caso di due o più positivi. In quanto in possesso di green pass rinforzato valido per sei mesi lo stesso studente nella stessa giornata può frequentare attività sportiva, recarsi al cinema, al ristorante…
Ultimo caso
Vogliamo citare ancora una volta un altro caso che interessa sempre più famiglie, perché la DAD è anche vicinanza alla famiglia, all’adolescente che per un lungo periodo di tempo è costretto in isolamento a casa anche per motivi non legati al Covid.
Gli studenti che hanno genitori con patologie gravi possono chiedere la DDI per evitare che i figli li contagino? Ancorché per le suddette patologie non hanno potuto vaccinarsi.
Questo argomento è stato affrontato in Gli alunni in malattia, che sia COVID o meno, hanno diritto alla Didattica Digitale Integrata?
DAD e DDI: troppa stanchezza nelle scuole, deve essere residuale
E’ questa l’idea che ci sembra stia circolando in questi giorni nelle scuole, anche da parte del personale scolastico.
Riceviamo in redazione
“Il nuovo decreto ci mette in condizioni di lavorare male oltre la presa in giro di controllare il green pass a dei bambini all’ingresso a scuola . Non esiste più un numero minimo o massimo di alunni positivi al covid per cui fare DDI . Questo modo di gestire alunni ed insegnanti è inammissibile . Ha creato solo tanta confusione in tutti gli operatori della scuola e anche nelle famiglie . [….] solo 4 alunni , al momento sono presenti in classe su un totale di 19 … […] Ma una volta, fino a poco tempo fa, chi si assentava per influenza aveva diritto alla DDI? No! Chi stava male restava a casa per poi recuperare o si aggiornava quotidianamente tramite compagni di classe e chi in buona salute a scuola. Basta! Siamo stanchi! Tutti! La scuola è sì un ambiente educativo e di istruzione, ma devono metterci nella condizione serena per lavorarci.”
Un’idea condivisa, quella di lasciare il bambino positivo a casa senza DAD condivisa anche da qualche Dirigente Scolastico
“Qui non sono scontenti di fare la didattica a distanza. – rivela la Dirigente – Molti provano ad ottenerla perché il figlio ha l’influenza o perché hanno paura. Ed adesso abbiamo pure i pediatri che la prescrivono: il bambino deve andare in quarantena o ha il covid ….’pertanto si prescrive dad’. Ed io mi impunto: questo certificato non è accettabile, perché il medico non ha competenza in ambito didattico“.
Il Ministro Bianchi non entra nel merito
Bianchi: “Sì alla didattica a distanza solo per periodi molto brevi”
Solo una breve riflessione: comprendiamo la stanchezza relativa alla situazione, ma può avvenire che uno stesso alunno si assenti più volte a stretto giro: per quarantena con contatto esterno alla scuola, per contatto con compagno di classe, per positività.
Quindi non c’è solo l’assenza per positività, associata all’influenza e alla generica malattia per cui si perdono i canonici cinque giorni di scuola e poi si recupera.
Inoltre, dopo due anni di pandemia, un sempre maggiore isolamento a quali rischi può esporre i bambini?
N.B. Le segnalazioni sono pervenute a [email protected] e non ci risultano motivi per mettere in dubbio l’autenticità delle dichiarazioni.
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