Meno alunni e meno cattedre: i docenti evitano di fare domanda di trasferimento per timore di diventare perdenti posto. Il calo demografico preoccupa in Piemonte

Nella Provincia di Torino gli insegnanti evitano i trasferimenti perché temono di poter perdere il posto. Colpa del calo demografico che negli anni potrebbe far aumentare il rischio di tagli di organici.

La conferma arriva anche dal sindacato Uil Scuola Rua, dove il segretario provinciale a La Repubblica spiega: “Il calo degli studenti, così come il dimensionamento continuo delle istituzioni scolastiche fa paura perché se si finisce in coda alla graduatoria d’istituto, si rischia di essere dichiarati perdente posto. Per questo oggi la tendenza è restare dove si è“.

In Piemonte questo anno scolastico è iniziato con 6mila alunni in meno e la tendenza è destinata a mantenersi se non addirittura a peggiorare.

A scuola abbiamo perso tre insegnanti in tre anni. Di conseguenza abbiamo perso ore di compresenza, che ci permettono di seguire ragazzi che magari hanno più lacune”, racconta una docente al quotidiano, che però è dubbiosa sul fatto di poter produrre domanda di trasferimento: “Ma non ho ancora fatto richiesta perché non voglio finire vittima di eventuali tagli. Servirebbe fare un lavoro di intelligence e studiare le scuole che aumentano le iscrizioni. E poi è assurdo: si perdono risorse umane ma in compenso continuano ad arrivare risorse economiche con il Pnrr”.

I numeri sul calo demografico

Nell’anno scolastico 2024-2025, come abbiamo spiegato in precedenza, si registra per le scuole superiori un calo di circa 50mila studenti in meno rispetto all’anno precedente.

Questo dato però deve essere inquadrato in una cornice più ampia, che vede, ogni anno, il sistema scolastico italiano perdere mediamente 130mila studenti. Il calo demografico in Italia incide in modo significativo soprattutto nel momento delle iscrizioni, con numeri sempre più distanti da quelli delle annate precedenti.

I dati attuali mostrano che gli alunni di terza media pronti a passare alle scuole superiori sono 511.244, ben 51.489 in meno rispetto ai ragazzi che avevano iniziato lo stesso percorso l’anno scorso. A livello percentuale, questa flessione rappresenta un calo del 9% e si riflette in oltre 50mila domande di iscrizione in meno.

Meno classi si traduce in una riduzione corrispondente del personale docente, dato che questo trend potrebbe comportare la cancellazione di 5mila-6.500 classi all’anno. Per le scuole superiori, la perdita di 50mila iscritti si potrebbe tradurre in 2mila-2.500 aule in meno a partire dal prossimo settembre.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato più volte del fenomeno, ammettendo che ci fosse un rischio concreto che le cattedre possano passare dalle attuali 684mila a 558mila, qualora si confermasse la tendenza demografica con la previsione di un calo di circa 1,5 milioni di studenti entro il prossimo decennio.

Tuttavia nell’Amministrazione guidata da Giuseppe Valditara finora l’organico docente è stato numericamente confermato, assicurando continuità e lavorando ad una diminuzione delle cosiddette “classi pollaio”.

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