Meloni visita Caivano, la preside al premier: “Ci dia gli insegnanti più bravi”

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“Servono insegnanti bravi. I più bravi d’Italia. Solo così salveremo i giovani del Parco Verde dal loro destino”. È questo che Eugenia Carfora, dirigente della scuola superiore ‘Francesco Morano’ dirà, se ne avrà l’opportunità, alla premier Giorgia Meloni attesa per domani ad un incontro pubblico proprio nell’istituto che lei dirige da dieci anni.

“Quando arrivai qui – ricorda all’ANSA la preside – questa scuola era ‘sgarrupata’ come il centro sportivo ‘Delphinia’, teatro delle violenze. Oggi, da quelle rovine, è nata una ‘palestra’ per preparare alla vita reale i ragazzi del rione”.

La preside divenne subito famosa nel Parco Verde per la sua battaglia contro la dispersione scolastica, andando casa per casa a a riprendersi i suoi ragazzi. “Ho fatto rete con colleghi di istituti di tutta Italia molti dei quali sono venuti di persona a verificare i nostri progressi. Siamo passati da una dispersione del 50% ad una, quasi fisiologica da queste parti tra abbandoni e bocciature, del 25 ma serve altro”.

Altro sono gli accordi che la preside ha istituito con aziende locali che ogni anno assumono una decina dei suoi ragazzi o famiglie piu’ abbienti che lei contatta per far ‘adottare’ e sostenere economicamente gli allievi piu’ promettenti nel loro percorso universitario. “Quando decisi di riappropiarmi di un edificio della scuola per destinarlo ad stituto alberghiero – racconta la preside – i gestori della piazza di spaccio che lo stavano utilizzando per le loro attività criminali mi fecero trovare una muta di pitbull che rendeva impossibile l’accesso. Ma non mi fermarono loro e non mi fermarono i loro cani”.

La scuola una volta sgarrupata oggi ospita 750 allievi divisi in vari indirizzi. “Cara Meloni – è questo che le direi – dopo quanto accaduto alle ragazze si parla un’altra volta del Parco Verde come l’inferno in terra. Il luogo peggiore dove crescere figli ma io credo ancora che la scuola possa esserre una diga a quanto è accaduto dove non si debbano offrire scorciatoie o facili attestati professionali ma laboratori di vita dove maestri, magari i migliori maestri, possano aiutare quei ragazzi a diventare uomini. Magari uomini migliori”.

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