Meloni: “Ora basta foto e tv, mettiamoci subito al lavoro”. Entro dicembre occorre trovare 40 miliardi
“Ora basta foto e tv, mettiamoci subito al lavoro… “. Giorgia Meloni è apparsa emozionata, ma subito molto concreta, tanto da invitare i suoi ministri a rimboccarsi le maniche in vista delle prossime sfide.
Niente brindisi, quindi, testa sulle cose da fare per affrontare le emergenze del Paese: dal caro bollette alla pandemia ai conti pubblici. Da qui un forte richiamo alla lealtà, alla responsabilità e al gioco di squadra, con un appello preciso rivolto a tutti: “Non guardiamo alla crescita dei sondaggi, pensiamo alla crescita del Pil, dell’occupazione e del benessere degli italiani”.
Per il premier è il momento di concentrarsi non sulla curva dei sondaggi, ma su altri dati, il Pil, la disoccupazione, la ricchezza del Paese, appunto: “Abbiamo raccolto tanto entusiasmo, c’è grande aspettativa su di noi, facciamo gioco di squadra, perché, sarebbe stato il ragionamento del premier, dobbiamo ripagare con i fatti i tanti che ci hanno votato”.
Quasi 40 miliardi da trovare subito
Il governo Meloni dovrà trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 40 miliardi di euro, 5 dei quali per estendere fino a fine anno gli effetti contro il caro-energia, introdotti con il decreto Aiuti ter, e altri 35 per consentire, attraverso la prossima legge di bilancio, che alcuni provvedimenti introdotti dal Governo Draghi non decadano con l’avvio del nuovo anno.
- Quasi 15 miliardi di euro per rinnovare nei primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter;
- almeno 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni;
- almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego;
- 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro;
- 2 miliardi di euro di spese indifferibili.
La sfida è davvero impegnativa. Fonti politiche osservano che se la manovra arrivasse agli inizi del prossimo mese l’iter sarebbe al sicuro, ma se venisse presentata a fine novembre ci sarebbe il rischio reale di non riuscire ad approvarla entro i tempi dovuti. Ipotesi non troppo remota visto che ancora manca il governo e di conseguenza non sono stati indicati gli uffici degli staff dei dicasteri, né sono stati nominati i membri delle commissioni parlamentari permanenti.
La manovra dovrebbe inoltre approdare prima in Consiglio dei ministri, poi alle Camere, poi il Dpb aggiornato andrebbe notificato alla Commissione Ue e all’Upb. Tutti passaggi che richiedono tempi tecnici per dispiegarsi, augurandosi che Bruxelles non solleciti modifiche.