Maturità, studente beccato all’esame con il cellulare: “Cercavo qualche spunto da inserire nel tema”. I genitori fanno ricorso al TAR contro la bocciatura, ma i giudici danno loro torto

WhatsApp
Telegram

Un liceale, originario della Puglia, vede infrangersi il sogno della maturità per l’uso improprio dello smartphone durante l’esame. Il TAR di Lecce conferma la bocciatura, respingendo il ricorso basato su presunti disturbi dell’apprendimento.

La vicenda

Come segnala TeleNorba che ricostruisce la vicenda, lo studente in questione è stato colto in flagrante mentre utilizzava il cellulare durante la prima prova scritta dell’esame di maturità 2024. Il gesto, in netta violazione delle regole dell’esame, ha portato a conseguenze severe: non solo la bocciatura immediata, ma anche la successiva conferma di tale decisione da parte del TAR di Lecce.

I genitori del ragazzo, rappresentati da un legale, hanno cercato di contestare la decisione, presentando un ricorso al TAR. La loro argomentazione si basava su un elemento apparentemente significativo: la scuola aveva ricevuto, via PEC il 6 giugno, una relazione psicologica che diagnosticava allo studente un disturbo dell’apprendimento. Secondo la famiglia, l’istituto avrebbe dovuto predisporre le misure compensative previste dalla legge per gli alunni con bisogni educativi speciali, come la presenza di un tutor e tempo aggiuntivo per completare le prove. Tale mancanza, a loro avviso, giustificava la richiesta di concedere al ragazzo una seconda opportunità, permettendogli di ripetere l’esame nella sessione straordinaria di settembre.

Le motivazioni dei giudici

Tuttavia, il TAR ha ritenuto che tale circostanza, per quanto rilevante, fosse superata dalla gravità del comportamento dello studente durante l’esame. La relazione della Commissione d’esame ha fornito dettagli cruciali: la presidente aveva osservato a lungo il candidato mentre cercava di copiare lo svolgimento della traccia scelta, ignorando ripetutamente gli sguardi ammonitori. Solo dopo questa prolungata osservazione, la docente è intervenuta, chiedendo la consegna del dispositivo.

Il tentativo dello studente di giustificare il suo gesto, affermando di cercare “qualche spunto da inserire nel tema”, non ha trovato accoglienza né presso la Commissione d’esame, né presso il tribunale amministrativo. La motivazione, infatti, non solo non attenua la gravità dell’infrazione, ma sottolinea una mancanza di comprensione dell’importanza dell’integrità scolastica.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri