Maturità, si ritorna al passato. Studenti contrari: inaccettabile, pronti alla mobilitazione. UCN: rivedere attribuzione crediti

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L’esame di Maturità ritorna come nel periodo pre-Covid: lo ha annunciato il ministro dell’istruzione e del merito, Valditara: “Prima di decidere ho sentito esperti e addetti ai lavori. Alla fine è parsa la soluzione più ragionevole. Se dovesse funzionare male, si interverrà, ma l’idea che si cambi la maturità solo per mettere un timbro trovo sia inappropriata“.

Un ritorno al passato che non piace agli studenti: “Si ripropone ancora un’altra volta un esame che non è espressione del percorso dello studente” – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – “Non si riesce a comprendere come estrarre a sorte una busta possa essere il fondamento per una valutazione finale. Dopo due anni di pandemia sarebbe stato possibile e necessario ripensare sistematicamente i metodi scolastici: superare la didattica frontale, superare la valutazione numerica, superare la bocciatura. Superare quindi anche un esame di maturità antiquato, incapace di stimolare la crescita dell3 student3.

Si tratta di una scelta presa nel silenzio delle stanze del ministero” – continua Notarnicola – “Non c’è stata possibilità di discussione sul tema, il ministro continua ad affermare di voler questa grande Alleanza tra studenti, docenti, genitori e Ministero, ma fino ad ora è sola retorica. Gli studenti non staranno zitti sotto l’ennesima decisione caduta dall’alto, saremo pronti a mobilitarci nelle piazze e nelle scuole di questo Paese!”.

UCN: dare più peso all’impegno durante gli anni

L’Ufficio di Coordinamento Nazionale delle Consulte Provinciali degli Studenti che, con una delegazione presente di persona e tutti gli altri delegati irritualmente collegati a distanza, ha incontrato il Ministro dell’Istruzione il 13 dicembre, chiede di dare più peso all’impegno durante gli anni.

Purtroppo – scrive in una nota l’UCN -, considerate le strette tempistiche e l’assenza di una convocazione dell’Ufficio per poter discutere nel merito, le posizioni espresse dell’UCN hanno potuto seguire una linea concordata e collegiale ma senza la possibilità di scendere nel dettaglio delle questioni più dibattute; la cui discussione è attesa per gennaio“.

Come rappresentanti nazionali degli studenti abbiamo posto l’attenzione sulla necessità di rendere la scuola un luogo di formazione della persona e del cittadino in maniera completa, privilegiando la comprensione, il dibattito e la riflessione critica rispetto al nozionismo mnemonico. Questo indirizzo formativo lo abbiamo declinato anche sul tema di più stretta urgenza: l’esame di stato. Abbiamo chiesto che la valutazione d’uscita sia il più possibile centrata sul percorso quinquennale dello studente – durante il quale affronta centinaia di verifiche, domande e interventi- e non su una prova finale di pochi giorni e che si tiene in un clima di pesante stress e difficoltà“.

Per questo abbiamo proposto di rivedere l’attribuzione dei crediti, dando più peso all’impegno durante gli anni, e meno all’esame; inoltre, sempre in linea con questo pensiero, abbiamo chiesto che la Commissione d’Esame sia interna, con un presidente esterno di garanzia” aggiunge.

Fondamentale anche il tema del diritto allo studio, che rappresenta un’emergenza per il paese, rispetto al quale abbiamo proposto misure di welfare che possano aiutare nel sostenere le spese connesse alla scuola (libri, trasporti, viaggi d’istruzione, materiali, corsi) per chi ne ha difficoltà. Un altro fondamentale strumento, che abbiamo proposto, per assicurare il diritto allo studio, è l’istituzione di misure per il recupero gratuito; che vadano a rendere non più necessarie le ripetizioni private a pagamento.

Fondamentale anche il tema del diritto al benessere psicologico, una questione spesso poco considerata, dal momento che sono milioni gli studenti italiani che soffrono di disturbi specifici, mentre praticamente ognuno di noi vive -almeno occasionalmente- situazioni di grave stress o difficoltà. Per questo abbiamo chiesto l’istituzione di uno psicologico scolastico in ogni istituto e uno sforzo per formare i docenti alle modalità di relazione con gli studenti, da rendere permanente attraverso la figura del pedagogista scolastico.

Sull’edilizia – conclude la nota -, che rappresenta un’emergenza della scuola (spesso connessa a quella del dissesto idrogeologico), abbiamo chiesto più investimenti e una semplificazione dei lavori, attraverso la concessione di maggiori fondi e autonomia alle scuole, seppur con la supervisione delle province.
L’incontro, per il quale ringraziamo il Ministero, auspichiamo che possa rappresentare il primo passo di un percorso costante di dialogo tra istituzioni e rappresentanza studentesca“.

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