Maturità, prende 100, ma non la lode. Fa ricorso al Tar, ma lo perde: “La lode non è un diritto per chi prende 100, decide la commissione”

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Superare la maturità con il punteggio massimo di 100/100 è un traguardo ambito da molti studenti, ma per un’ex allieva di un istituto scolastico di Milano, questo risultato eccezionale non è stato sufficiente per ottenere la lode.

La studentessa, diplomata nel 2023, ha intrapreso una battaglia legale contro la decisione della commissione di non assegnarle l’encomio, portando la sua causa al Tar.

Il nodo della questione risiede nell’interpretazione delle norme che regolano l’attribuzione della lode alla maturità. Secondo l’articolo 18 comma 6 del decreto legislativo n. 62 del 2017, la commissione può assegnare la lode all’unanimità a coloro che conseguono il punteggio massimo senza integrazioni, a condizione che abbiano ottenuto il credito scolastico massimo con voto unanime del consiglio di classe e il punteggio massimo in ogni prova d’esame. Entrambi questi requisiti erano soddisfatti dalla studentessa.

Tuttavia, la commissione del liceo ha introdotto un criterio aggiuntivo: per ottenere la lode, gli studenti dovevano dimostrare di possedere “riferimenti culturali extra scolastici” che denotassero una “vivace e attenta curiosità, nonché il desiderio di approfondimento e un’ottima capacità critica”. In altre parole, la commissione richiedeva un “quid pluris”, una “brillantezza culturale” non comune a tutti gli studenti.

Nonostante una “eccellente carriera scolastica”, un esame scritto brillante e una discussione encomiabile, la commissione si è divisa: quattro commissari hanno proposto la lode, mentre tre si sono opposti. In assenza dell’unanimità richiesta, la lode non è stata attribuita.

La studentessa ha impugnato la decisione al Tar, sostenendo che i commissari avevano preso una decisione “illogica e irragionevole”, senza valutare adeguatamente il suo curriculum e le “imponenti attività extra scolastiche”.

Il collegio ha respinto il ricorso, affermando che “un’eccellente carriera scolastica, un esame scritto brillante e un’encomiabile discussione sono le condizioni per il conseguimento di una votazione (100/100), mentre non possono essere considerati il lasciapassare per l’attribuzione della lode”.

Secondo il Tar, la norma evidenzia il carattere premiale ed eccezionale della lode, la cui attribuzione è rimessa alla discrezionalità della commissione, in presenza di due condizioni e con il vincolo dell’unanimità dei commissari. Pertanto, la decisione di non assegnare la lode non deve essere motivata.

Nonostante la capacità critica, la rielaborazione dei contenuti acquisiti e la trattazione pluridisciplinare ampia e approfondita della studentessa, questi elementi sono stati considerati sufficienti per il 100, ma non per la lode, in mancanza del “quid” rappresentato dalla “brillantezza culturale” richiesta dalla commissione.

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