Maturità, Mario Giordano: “Se uno che fa scena muta passa l’esame senza problemi, che diavolo bisogna fare per farsi bocciare?”

Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, durante l’inaugurazione del G7 dell’Istruzione a Trieste, ha dichiarato che bisogna “ripensare la missione dell’istruzione” e “lavorare per valorizzare i talenti dei giovani”, paragonandoli a “lampade ad olio che aspettano di essere accese” dalla scuola, definita come “il fuoco che li accende”.
Tuttavia, il caso delle tre studentesse del liceo Foscarini di Venezia, promosse nonostante abbiano fatto scena muta all’esame orale in segno di protesta, mette in dubbio la concreta applicazione di questi principi.
Mario Giordano, giornalista, su La Verità, in un articolo pubblicato il 1° luglio, si rivolge direttamente al ministro, chiedendogli: “Caro Valditara, che merito c’è nella scena muta?”. Giordano mette in discussione il concetto stesso di “merito” promosso dal ministro, domandandosi ironicamente: “Se uno che fa scena muta passa l’esame senza problemi, che diavolo bisogna fare per farsi bocciare?“.
L’autore dell’articolo accusa Valditara e la scuola di aver sbagliato, inviando gli ispettori a indagare sui commissari d’esame anziché sulle studentesse: “Avete sbagliato perché non avete fatto capire loro che le regole si possono infrangere ma non impunemente. Che l’autorità (in questo caso il prof) si può contestare, ma pagando un prezzo”.
Giordano fa riferimento a un precedente caso in cui un’insegnante fu punita per aver recitato un’Ave Maria in classe, e si domanda: “Possibile che, nella sua scuola, il prof che recita una preghiera debba essere punito e lo studente che fa scena muta all’esame debba essere applaudito?”.
Il giornalista esprime dubbi sulle capacità decisionali del ministro e lo esorta: “Aspettando le lampade a olio, perché non prova ad accendere la normale luce della ragione?”.