Maturità, il dibattito social sui festeggiamenti eccessivi. Parla la psicoterapeuta: “Le scuole sono sempre meno impegnative e i genitori sempre più pronti a celebrare i figli per ogni minimo successo”

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I tempi cambiano e con essi le mode, anche quelle legate ai riti di passaggio come il diploma di maturità. Un nuovo trend sta emergendo fuori dalle scuole superiori: genitori che attendono i propri figli con spumante e fiori, pronti a immortalare il momento con foto da condividere sui social media.

Questo fenomeno, apparentemente innocuo, solleva però importanti questioni sul rapporto tra genitori e figli e sul processo di crescita dei giovani. Roberta Civardi, psicoterapeuta, offre una prospettiva critica su questa nuova abitudine, in un’intervista a Il Piacenza.

“Le scuole sono sempre meno impegnative e i genitori sempre più pronti a celebrare i figli per ogni minimo successo,” afferma la dottoressa Civardi. “L’esame di maturità dovrebbe essere considerato semplicemente come il completamento del proprio dovere scolastico, non un’impresa straordinaria.”

La psicoterapeuta evidenzia come questa generazione di genitori tenda a enfatizzare ogni piccolo traguardo, proteggendo eccessivamente i figli dalle difficoltà della vita. “Non si permette loro di sbucciarsi le ginocchia, di cadere, di piangere. Vengono continuamente osannati, alimentando un pericoloso narcisismo.”

Ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di capacità di affrontare le sfide e gli errori. I genitori, anche con gesti apparentemente innocui come portare fiori a scuola, cercano di proteggere i figli da ogni minima sofferenza, celebrando ogni piccolo successo.

Civardi sottolinea come questa pratica fosse impensabile fino a qualche anno fa. “I genitori di oggi, il giorno della loro maturità, sono stati accolti dai compagni di classe e dagli amici, non dai propri genitori. Oggi mancano quei rapporti sociali tra coetanei.”

Il diploma dovrebbe essere un momento vissuto senza l’invasione di campo dei genitori, un’occasione per i ragazzi di misurarsi con se stessi e con i propri compagni. “Questi ragazzi, accolti da mamma e papà con fiori e spumante, quanto si relazionano realmente con i propri coetanei?, si chiede la psicoterapeuta.

“Vedo che manca sempre più la condivisione tra pari, con i ragazzi che faticano a studiare insieme e ad allacciare rapporti interpersonali”, conclude.

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