Maturità, festeggiamenti ‘eccessivi’ per i maturandi. Lo psicologo: “Ingiusto criticare i genitori, è un paternalismo pedagogico senza senso”

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In un articolo pubblicato su Ragusa Oggi, lo psicologo Cesare Ammendola offre una riflessione profonda e controcorrente sulla pratica di festeggiare la maturità con fiori e celebrazioni.

La sua analisi nasce in risposta a un post virale sui social media, in cui un insegnante-blogger critica aspramente i genitori che regalano fiori ai propri figli per l’esame di maturità.

Ammendola si dice “allibito” dalla diffusione di questa critica, definendola una “filippica” che trasuda “paternalismo demagogico”. Lo psicologo mette in luce come questo atteggiamento di condanna rappresenti un esempio di “violenza verbale”, sintomo di un mondo sempre più superficiale e privo di empatia.

Il nucleo dell’argomentazione di Ammendola sta nella distinzione tra due fenomeni erroneamente accostati nel post criticato: da un lato, l’affetto familiare che riconosce l’impegno di cinque anni di studio; dall’altro, il lassismo educativo che “perdona” indiscriminatamente gli studenti. Secondo lo psicologo, questi due aspetti non sono correlati e non dovrebbero essere confusi.

Ammendola sostiene fermamente l’importanza di premiare quando c’è qualcosa da premiare, vedendo in questo un elemento cruciale di un’efficace strategia educativa. Critica l’idea che per preparare i giovani a un mondo “spietato” sia necessario trattarli duramente, proponendo invece un approccio basato sulla comprensione e sul sostegno.

I festeggiamenti per la maturità, inclusi i mazzi di fiori, vengono visti dallo psicologo non come un premio immeritato, ma come un modo per gratificare gli sforzi degli studenti, riconoscere l’importanza della scuola e, soprattutto, esprimere amore per i figli e i nipoti. Ammendola sottolinea come questi gesti rappresentino un apprezzamento del percorso scolastico quinquennale, comprese le difficoltà affrontate durante la pandemia.

Lo psicologo lancia un appello per un mondo più gentile. Suggerisce che la generosità e la delicatezza non dovrebbero essere viste con sospetto, ma incoraggiate. “Ecco perché dovremmo regalare più rose e sorrisi,” afferma, “se aspiriamo ad essere educatori credibili in un mondo più gentile.”

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