Maturità 2024, scena muta all’orale: nessuna irregolarità da parte della docente commissaria esterna. Il caso di Venezia si chiude “per ora”

Le verifiche condotte dagli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto hanno confermato che durante gli esami di maturità delle tre studentesse del liceo classico Foscarini di Venezia, tutto si è svolto secondo le regole.
Le ragazze avevano contestato il voto ricevuto sulla traduzione di Platone dalla commissaria, una docente, in servizio presso un istituto di Mestre, ma le indagini hanno escluso irregolarità nelle procedure e dissapori pregressi tra i docenti che avrebbero influenzato la votazione.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva richiesto verifiche ulteriori, ma gli esami degli ispettori si sono conclusi senza intoppi. Per le tre studentesse, dunque, sembrerebbe un nulla di fatto, a meno che non decidano di fare ricorso al Tar per contestare il voto stesso, una questione ancora aperta. Tuttavia, come segnala il Corriere della Sera, per il Ministero il caso è considerato chiuso, anche se le conclusioni ufficiali degli ispettori verranno rese note in un secondo momento.
È importante sottolineare che le verifiche degli ispettori durante gli esami di Stato sono una procedura comune, che avviene sempre in tutte le scuole, anche in assenza di contestazioni. In questo caso specifico, sono state effettuate alcune verifiche aggiuntive, in particolare sul fronte delle procedure, come previsto dalla giurisprudenza.
La commissaria ha attribuito alle tre studentesse e all’intera classe un voto che, come sempre accade, non è una valutazione “unicamente” sua, ma un’espressione collegiale “vidimata” da tutti i colleghi presenti nella commissione. Pertanto, un’eventuale contestazione delle studentesse avrebbe dovuto essere rivolta all’intera commissione o, in particolare, al presidente, che sancisce in via definitiva il “via libera”.
Rimane una riflessione su una “questione di opportunità” e di “severità”. Le studentesse speravano che nella valutazione si tenesse conto del loro passato scolastico, che aveva già dimostrato il loro indubbio valore, come ricordato anche dalla preside.
Una delle studentesse, in particolare, ambiva a uscire almeno con il 90 e ha definito le valutazioni “assurde e umilianti”, scegliendo di opporsi insieme alle due compagne e di fare scena muta.
Dunque, a meno di un ricorso al Tar da parte delle studentesse per contestare i voti, il caso sembra essere chiuso. Le verifiche hanno escluso irregolarità e il Ministero considera la questione risolta, in attesa delle conclusioni ufficiali degli ispettori.