Maturità 2024, il caso di Venezia: prova di greco sotto esame. Aristotele definito “precettore” e non “scienziato”, un “che” al posto di “poiché”

La maturità al liceo Foscarini di Venezia è stata segnata da vivaci polemiche riguardanti la valutazione della prova scritta di greco. Tre studentesse, insoddisfatte dei voti ottenuti ritenuti troppo bassi, hanno inscenato una clamorosa protesta leggendo una lettera di contestazione invece di sostenere il colloquio.
I voti dello scritto di greco, assegnati dalla commissaria esterna, insieme al commissario interno, sono stati in media di 9/20 per la classe 3A, contro il 12/20 della 3B. Ciò si è riflesso sui voti finali, con un solo 100 nella 3A.
Come segnala Il Gazzettino, le famiglie nutrono dubbi su questa valutazione ritenuta eccessivamente severa, dato che diverse studentesse avevano ottime medie in greco nel triennio. Si chiedono se possano aver influito dissapori tra i commissari, o un successivo ammorbidimento all’orale per evitare sospetti di accanimento.
I genitori intendono fare accesso agli atti per conoscere le motivazioni dei giudizi. Alcune ragazze hanno già visionato il compito, rilevando che molti segni rossi non corrispondevano ad errori, ma a sottolineature di parti corrette, un “vezzo” della docente.
Tra gli errori effettivi, vengono riportati l’errata attribuzione di valore a una subordinata, traduzioni imprecise come “avente un bastone” invece di “con un bastone”, o Aristotele definito “precettore” anziché “scienziato”. Refusi considerati veniali dalle famiglie, ma che avrebbero pesantemente penalizzato il voto.
Al di là delle legittime prerogative dei commissari nel valutare e della comprensibile delusione delle studentesse per voti inferiori alle attese, il caso solleva interrogativi su come arrivare a giudizi equi, trasparenti e il più possibile condivisi in un esame così importante, valorizzando l’impegno degli studenti senza svilire il rigore.
La versione di greco sembra essere stata al centro di valutazioni controverse e discordanti tra commissari interni ed esterni. I voti molto bassi assegnati nella 3A, anche a studentesse con ottime medie nel triennio, hanno suscitato sorpresa e proteste.
Dalle prime ricostruzioni, emergono possibili errori di traduzione e interpretazione (subordinate, participi, scelta lessicale), che però le famiglie considerano veniali e non tali da giustificare voti pesantemente insufficienti, a fronte peraltro di un maggior “lassismo” nella classe 3B. I numerosi segni rossi sui compiti, poi rivelatisi in gran parte sottolineature di parti corrette, possono aver generato ansia e confusione nelle studentesse.